Una bolognese incinta su tre si fa seguire da uno specialista privato 

Dalla ricerca emerge come la maggior parte delle bolognesi (80%) non sperimenti particolari complicazioni sanitarie durante la gravidanza, mentre una su cinque (20%) descrive la propria gravidanza come poco o per nulla serena.

Il 34 per cento delle donne bolognesi che ha avuto una gravidanza negli ultimi due anni ha scelto di farsi seguire da un medico privato. Una su cinque (20%) non vive la gravidanza serenamente, quasi una su tre (30%) dorme mal. Il 41% non segue un regime alimentare specifico, e circa una su quattro (24%) non svolge alcun tipo di attività fisica. Sono i dati pubblicati sull’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute (assicurazione sanitaria) condotta insieme all’istituto di ricerca Nomisma che ha indagato su come affrontano la gravidanza le donne bolognesi. Un primo dato interessante riguarda la scelta di farsi seguire da un medico specialista privato, che accomuna una bolognese su tre (34%). Il 38% si rivolge invece al consultorio territoriale, e il restante 28% a un medico del settore pubblico. Per il luogo del parto, l’85% delle bolognesi opta per l’ospedale. 

Dalla ricerca emerge come la maggior parte delle bolognesi (80%) non sperimenti particolari complicazioni sanitarie durante la gravidanza, mentre una su cinque (20%) descrive la propria gravidanza come poco o per nulla serena. Indipendentemente dalle complicazioni, quasi una su tre (30%) lamenta una peggiore qualità del sonno, definita scarsa (28%) o addirittura pessima (2%). 

Dal punto di vista dei controlli, tra quelli di routine più trascurati ci sono l’ecografia con translucenza nucale e il bi-test/tri-test, effettuati rispettivamente solo dal 64% e dal 50% delle donne. La gravidanza richiede poi una serie di accorgimenti specifici, che però non sempre sono seguiti scrupolosamente: riguardo l’alimentazione, ad esempio, solo una bolognese su due (50%) si attiene a un regime alimentare controllato, sia esso prescritto dal dietologo, dal ginecologo o dal medico di base, mentre il 41% dichiara di non seguire alcun regime alimentare specifico, e c’è anche chi si affida solo a consigli online (9%). Inoltre, circa una su quattro (24%) non svolge alcun tipo di attività fisica in gravidanza. 

Va meglio, invece, dal punto di vista dell’astensione da alcol e fumo, con una percentuale abbastanza limitata che dichiara di aver fumato (12%) o bevuto (13%) almeno qualche volta durante la gestazione. 

UniSalute e Nomisma hanno indagato, infine, anche alcune scelte relative ai 12 mesi immediatamente successivi al parto. Nel primo anno di vita, la maggioranza delle bolognesi (51%) porta o intende portare il figlio dal pediatra una volta al mese, nel 32% dei casi preferendo rivolgersi anche o esclusivamente a un pediatra privato. Oltre alla visita pediatrica generale, i controlli più effettuati nei primi 12 mesi sono l’ecografia dell’anca (71%), l’esame auxologico (50%) e il Boel test (44%). 

 

fonte: UniSalute

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