Emergenza affitti, 2 proprietari su 5 non vogliono abbassare il canone agli studenti

Il 38,7% dei proprietari di case affittate agli studenti non vuole abbassare il canone e più dell’83% tutt’ora continua a pagare l’affitto pur non vivendo in questo momento all’interno della casa. Inoltre, circa il 70% degli studenti non è riuscito a chiedere una diminuzione del canone per diversi motivi come, ad esempio, il rifiuto del proprietario. Sono i dati emersi da un questionario digitale lanciato nelle scorse settimane dalla Rete degli Universitari, in collaborazione con il Sunia (Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari) Emilia-Romagna, per capire le condizioni di questa consistente fascia di persone in emergenza affitto a causa della crisi dovuta al Coronavirus. I risultati mostrano chiaramente l’esistenza di una emergenza regionale degli affitti e del diritto allo studio: su 1.573 risposte, il 38,5% degli studenti universitari fuori sede si troverà quindi costretto a cambiare casa. Altri stanno pensando a scelte più radicali: il 5,4% è disposto a smettere di frequentare i corsi, il 2,5% a cambiare ateneo, l’1,2% ad abbandonare gli studi universitari. Il 52,4% si dice invece intenzionato a non cambiare casa. 

Le studentesse e gli studenti fuori sede nella regione Emilia-Romagna (secondo le ultime stime sono circa 100 mila) sono tra le fasce che hanno subito in modo radicale le conseguenze economiche e abitative causate dall’emergenza sanitaria coronavirus, per via dell’interruzione dei percorsi formativi e delle attività con le quali molti di loro si sostengono studi e l’affitto.  Di fronte a questo scenario, la Rete degli Studenti chiede alla Regione Emilia-Romagna di non ignorare i problemi di migliaia di studenti fuorisede e di convocarli il prima possibile per discutere le loro proposte per garantire il diritto allo studio e per intervenire sul mercato regionale della casa.

«I commenti che abbiamo raccolto esprimono le preoccupazioni di un’intera generazione, che vede il proprio futuro ancora più incerto e si sente abbandonata dalla politica», spiega Francesco Martinelli della Rete degli Universitari. «I dati confermano un disagio che nelle nostre sedi territoriali veniva percepito. Oggi questo deve essere affrontato intervenendo direttamente sul mercato dell’affitto in modo strutturale, sostenendo i contratti a canone concordato per studenti e la possibilità di ridurre i canoni in tutti quei casi dove si modificano le condizioni economiche del nucleo famigliare dello studente e il piani di studio. Lo studente deve essere tutelato al pari di altri inquilini», sottolinea Valentino Minarelli, segretario regionale del SUNIA ER. 

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