Al via a Bologna Gender Bender “Affetto domino” 2021, il festival di danza cinema e arti visive

Dal 2 al 19 settembre 2021 il Giardino del Cavaticcio ospita la 19° edizione di Gender Bender, il festival internazionale prodotto dal Cassero LGBTI+ Center di Bologna.

“Affetto Domino”. È il titolo della 19esima edizione di Gender Bender, il festival internazionale di arte co-diretto da Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli e prodotto dal Cassero LGBTI+ Center di Bologna, che, con questo gioco di parole, invita a riflettere come un gesto di cura e attenzione possa generare molteplici felicità nell’ambito delle relazioni umane. Relazioni tenute insieme anche dall’arte e dagli spettacoli in scena al festival: danza contemporanea internazionale con spettacoli in prima italiana, conversazioni con coreografe e coreografi, proiezioni cinematografiche, incontri con autori e autrici della letteratura e laboratori con le comunità locali, Il tutto dal 2 al 19 settembre all’aperto nel Giardino del Cavaticcio di Bologna. 

Gli artisti al Gender Bender 

Danza 

La compagnia spagnola La Macana apre, martedì 7 e mercoledì 8 alle 21,00, la sezione danza con Pink Unicorns, uno spettacolo di danza coinvolgente tra enormi e coloratissimi gonfiabili per indagare il concetto di mascolinità, con humour e affetto.  

Joy Alpuerto Ritter, coreografa e performer di origini filippine di base in Germania, che ha collaborato col Cirque du Soleil, la Akram Khan Company e con la band Florence and the machine, porta a Gender Bender due spettacoli: Alter Egos, in prima nazionale e Babae.  

Alter Egos è un potente solo in cui la Ritter, attraverso trasformazioni continue del suo corpo e dei suoi movimenti in scena, si interroga sulle molteplici identità che abitiamo e sulle maschere che indossiamo nella quotidianità, in un affascinante gioco che scardina la rigidità dei meccanismi sociali (giovedì 9 e venerdì 10 Giardino del Cavaticcio ore 21.30). 

Babae (“donna” in lingua filippina), spettacolo selezionato nella piattaforma internazionale Aerowaves 2020, è un rituale dalla forte carica mistica e dal potente slancio vitale, ispirato alla danza delle streghe della coreografa Mary Wigman. Combinando gli antichi balli popolari delle Filippine con un repertorio contemporaneo che spazia dal classico all’hip hop fino al voguing, Joy Alpuerto Ritter inscena una pratica che celebra il potere femminile, immergendo gli spettatori in un’atmosfera intima e senza tempo (sabato 11 e domenica 12 – Giardino del Cavaticcio ore 21.30). 

Swans Never Die è il progetto in esclusiva nazionale che invita 10 giovani coreografi e coreografe a rileggere in chiave contemporanea il repertorio classico de La morte del cigno, coreografato in origine da Michel Fokine per Anna Pavlova nel 1905. È promosso da una rete di soggetti che ha deciso di unire idee e progettualità e che tra il 2021 e il 2022 proporrà una programmazione congiunta fatta di spettacoli, workshop, incontri, webinar e residenze artistiche. Ospiti della tappa bolognese a Gender Bender, Chiara Bersani, Silvia Gribaudi e Philippe Kratz, che assieme alla dramaturg Greta Pieropan presentano al pubblico un immaginario legato al cigno che si apre a nuove e personali coreografie, accompagnate da video di repertorio, ascolti musicali e parole (sabato 11 e domenica 12 – DAMSLab ore 20.00). 

Altro appuntamento in esclusiva nazionale, creato ad hoc per Gender Bender da Silvia Gribaudi, è Festa!, spettacolo incentrato sul concetto di dono e all’insegna della partecipazione collettiva, con l’obiettivo di celebrare gli sforzi di una comunità di spettatori e performer che mette al centro la relazione, sottolineando la straordinaria bellezza dello scambio reciproco. La coreografa, dialoga in scena con le illustrazioni di Francesca Ghermandi e si unisce al pubblico in un rito celebrativo e collettivo, fatto di forte partecipazione da parte del pubblico (martedì 14 e mercoledì 15- ore 21.30 Giardino del Cavaticcio). 

In preparazione di Festa!, domenica 12 la Gribaudi conduce un laboratorio performativo sull’espressione del corpo, i cui partecipanti prenderanno parte alla performance. Il laboratorio è aperto a tutte/i (dalle 10 alle 13- Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno). 

Massimo Monticelli, coreografo e danzatore bolognese, presenta il suo solo Cassandra o della Verità, una riscrittura contemporanea del mito della divinatrice mai creduta, interpretata qui provocatoriamente da un uomo, che sovrappone il suo corpo alla voce di Cassandra, creando un contrasto che fa da scintilla alle questioni di genere e di rappresentazioni (lunedì 13 ore 18.00 e 20.30– Teatro DanzaLab). 

La coreografa Simona Bertozzi è a Gender Bender con Quel che resta, uno studio pensato appositamente per il festival e frutto di un lavoro di composizione condiviso con la danzatrice e coreografa Marta Ciappina (giovedì 9 e venerdì 10 Giardino del Cavaticcio ore 19.30). 

Ritorna al festival l’energia prorompente del Collettivo MINE, composto da Francesco Saverio Cavaliere, Roberta Racis, Silvia Sisto, Siro Guglielmi e Fabio Novembrini, con Esercizi per un manifesto poetico: una pratica collettiva in cui ripetizione, determinazione e ostinazione generano un’unità di corpi capaci di affrontare il cambiamento e lo scorrere del tempo (lunedì 13 ore 21.30 e martedì 14 ore 19.30- Giardino del Cavaticcio). 

Gender Bender 2021 ospita anche il primo appuntamento di Performing Gender – Dancing In Your Shoes, progetto di cooperazione internazionale Large Scale sostenuto da Creative Europe, di cui Il Cassero è capofila con Gender Bender. Il progetto è uno dei 20 selezionati in tutta Europa e impegna 16 coreografi e coreografe da Italia, Spagna, Slovenia, Francia, Ungheria, Gran Bretagna, Svezia, Paesi Bassi per tre anni di lavoro, con l’obiettivo di costruire delle comunità coese attraverso la pratica della danza e la produzione di spettacoli con protagoniste le persone che vivono nelle città partner del progetto (mercoledì 15 ore 18.30- Cassero). 

Sezione Cinema 

Si comincia giovedì 2 settembre alle 21.00 con As we like it, film taiwanese in prima nazionale di Cheng Hun-i e Muni Wei: una rivisitazione in chiave queer della celebre commedia shakespeariana Come vi piace, che utilizza un cast tutto al femminile e ambienta la storia nella Taipei contemporanea.  

Venerdì 3 alle 21.00 si prosegue con la prima nazionale della produzione tedesca Boy meets boy, di Daniel Sánchez López: Harry e Ben si incrociano a Berlino e passano 24 ore intense insieme, imparando a conoscere le reciproche differenze. Sulla scia di Prima dell’alba (1995) e Weekend (2011), questo film riesce a catturare bene l’atmosfera e le tematiche della contemporaneità.  

Sabato 4 (ore 21.00) è la volta del cileno La nave del olvido, di Nicol Ruiz Benavides: una storia d’amore lesbica nella terza età, un grande potenziale liberatorio, e il memento che non è mai troppo tardi per lottare per la propria felicità.  

Domenica 5 (ore 21.00), a conclusione della prima tranche di programmazione cinematografica del festival, proiezione di Cunningham, lungometraggio di produzione tedesca della regista Alla Kovgan, un emozionante documentario sulla vita e l’opera del danzatore e coreografo Merce Cunningham, legato a stretto filo all’opera del compagno di una vita, il compositore John Cage. L’evento è in collaborazione con i festival Danza Urbana, Zed e Scie.  

La sezione cinema riprende il 16 settembre alle 22.00 con un vero e proprio evento: la proiezione di La Discoteca, film d’artista diretto da Jacopo Miliani, prodotto da NOS Productions in collaborazione con Gender Bender e progetto vincitore dell’ottava edizione di Italian Council, programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo del MIBACT. Parte integrante di un progetto più ampio che verrà presentato in tre città (Museo Pecci di Prato, Gender Bender Festival a Bologna e Festival Mix a Milano), il film è un racconto per immagini e musiche di una realtà distopica in cui nel futuro le discoteche sono diventate luoghi di controllo della intimità tra le persone. Presenti alla proiezione anche tre membri della troupe: gli attori Eva Robin’s e Pietro Turano (interprete della serie Skam Italia), e il performer di voguing Kenji Benji. La serata prevede infatti anche un talk con il cast, un dj set e la presentazione del libro d’artista relativo al progetto. 

La sezione prosegue con Petite fille, documentario franco-danese di Sébastien Lifshitz, che segue per un anno le vicende della bimba trans di otto anni Sasha, la quale affronta le difficoltà di un mondo ostile, sostenuta però dall’amore e dalla comprensione dei genitori (venerdì 17 ore 21.00). 

Sabato 18 (ore 21.00) un’altra prima nazionale con la commedia autobiografica Potato dreams of America, in cui il regista Wes Hurley racconta della sua infanzia sovietica trascorsa sognando gli Stati Uniti, dove poi riuscirà ad arrivare e ad esprimersi, anche se in un contesto diverso da quello sognato . 

Domenica 19 (ore 21.00) chiude la programmazione cinematografica il film spagnolo Sedimentos, di Adrián Silvestre David: un road movie corale in cui un gruppo di sei donne trans accompagna una di loro al paesino in cui è cresciuta.  

Sezione Arti visive 

Si apre giovedì 2 con Home with you di Gianluca Sturmann, una riflessione sulle relazioni, il corpo e l’identità nata nel momento di isolamento condiviso causato dalla pandemia. L’autore crea e utilizza delle maschere in cartone riciclato da pacchi postali come espediente simbolico per dare visibilità a relazioni invisibili (dal 2 al 12 dalle 18.00 alle 24.00 Cassero).  

Jacopo Miliani, già presente al festival con il film d’artista La discoteca, è l’autore anche di Trilogia Teorema, installazione video ispirata all’opera omonima di Pier Paolo Pasolini. Non citazionismo, nelle intenzioni di Miliani, ma volontà di riflettere, attraverso interpretazione e performance, sull’ossessione che quest’opera pasoliniana genera in lui (dal 13 al 19 dalle 18.00 alle 24.00 -Cassero ).  

Metàmero, mostra cura di Viviana Gravano e realizzata in collaborazione con ATTITUDES_spazio alle arti, propone le opere inedite di tre giovani fumettisti e illustratori, Gianluca Ascione, Noah Schiatti e Ren Arman Cerantonio, che lavorano intorno agli immaginari del corpo queer. Con approcci estetici e concettuali diversi, tutti e tre intendono la corporeità come un territorio da esplorare in senso identitario, elaborandone una visione che eccede qualsiasi tipo di definizione o confine, forma normata e canone. La mostra si inaugura giovedì 9 alle 17.00 negli spazi di ATTITUDES_spazio alle arti (Strada Maggiore, 90) e prosegue fino a venerdì 18 (visitabile dal martedì al venerdì ore 15.00-19.00 e sabato su appuntamento- dalle 10:00 alle 13:00).  

Sezione Incontri (Cassero – ore 18.30)  

Si comincia con la giornalista Elisa Manici che presenta il suo breve saggio “Grass*”, volto a decostruire lo stigma nei confronti della grassezza. In conversazione con lei Biancamaria Furci (venerdì 3)  

Maya De Leo, storica e docente al Dams torinese nell’unica cattedra italiana di Storia dell’omosessualità, dialoga con la ricercatrice Mila Fumini sul suo Queer. Storia culturale della comunità LGBT+ (sabato 4). 

Lo scrittore Luca Starita accompagna il pubblico festivaliero in un viaggio nella letteratura queer italiana con il suo Canone ambiguo in cui incontra e ha conversazioni immaginarie con protagoniste e protagonisti della storia letteraria italiana: da Sibilla Aleramo ad Alberto Arbasino, da Giorgio Bassani a Carlo Emilio Gadda, da Elsa Morante ad Aldo Palazzeschi. Dialoga con lui Riccardo Gasperina Geroni (domenica 5). 

Starita partecipa anche alla serata dedicata a Pier Vittorio Tondelli, in cui Olga Campofreda illustra la teoria da lei elaborata nel testo Dalla Generazione all’Individuo, una ricerca intorno ai miti e alla mitologia della giovinezza nei romanzi del grande scrittore, accompagnata da una lettura performativa ispirata da un testo teatrale inedito dello scrittore emiliano, recentemente ritrovato nell’archivio del Fondo Pier Vittorio Tondelli. (lunedì 6 ore 19.30- Cassero). 

Le formatrici Giulia Selmi e Valeria Roberti discutono con Caterina Di Loreto del loro Una scuola arcobaleno. Dati e strumenti contro l’omotransfobia in classe. Una guida che fornisce strumenti pratici e teorici per supportare le differenze a partire dai banchi di scuola (mercoledì 8). 

La giornalista Emanuela Griglié e il giornalista Guido Romeo in conversazione con Valentina Bazzarin raccontano il loro Per soli uomini. Il maschilismo dei dati, dalla ricerca scientifica al design, un saggio che pone l’accento sul maschilismo insito nel mondo dell’informazione e dei dati. Sei tappe dalla salute al design, dalle nuove tecnologie alla pianificazione urbana fino alla ricerca e all’informazione per descrivere e ripensare in maniera più equa il mondo che ci circonda (domenica 12) 

La scrittrice Valentina Mira, in conversazione con Gloria Baldoni, presenta X, la sua autofiction sullo stupro, la difficoltà a essere credute e le sue conseguenze. Una coraggiosa opera d’esordio che diventa atto di denuncia. Mira racconta la sua esperienza di donna che ha deciso di lasciarsi alle spalle il senso di colpa e di descrivere la violenza sistemica sul corpo femminile, regalandoci un libro dalla grande potenza letteraria oltre che profondamente (venerdì 17). 

Eleonora Santamaria è a Gender Bender col suo saggio Drag. Storia di una sottocultura, con cui la scrittrice salernitana restituisce al Drag la ricchezza e la profondità di una pratica complessa e multiforme.Dialoga con lei Miss Pingy (sabato 18) 

Chiude la sezione, il musicista, docente e divulgatore Fabrizio Acanfora, autore de In altre parole. Dizionario minimo di diversità, raccolta di lemmi della lingua italiana associati alla visione della diversità: un dizionario emotivo ma anche molto ragionato che passa oltre la definizione letterale dei termini per sottolineare come il linguaggio agisca sulle varie forme di differenze. In conversazione con lui Elisa Coco (domenica 19). 

Gender Bender è prodotto dal Cassero LGBTI+ Center cn il patrocinio di: ministero Italiano della Cultura – Direzione generale Cinema e audiovisivo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Rai Emilia-Romagna. È realizzato con il contributo di: Ministero Italiano della Cultura – Direzione generale Cinema e audiovisivo, Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna, Ministero Italiano della Cultura, Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, Coop Alleanza 3.0, Fondazione Unipolis, Legacoop Bologna, Italian Council, Idros, Forchir, Pepsi Max.  

Gender Bender fa parte di Bologna Estate 2021, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Destinazione turistica. 

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