Scuole di Quartiere, il progetto tra formazione e inclusione rivolto agli adolescenti di Bologna

Un bilancio più che positivo e tante nuove idee per Scuole di Quartiere. È quanto emerso ieri dalla presentazione della rete di progetti inclusivi e formativi rivolti ai più giovani, promossi dal Comune di Bologna e finanziati dall’Unione Europea, con i fondi del Programma PON Metro 14-20. L’iniziativa, che ha poco più di un anno e 5 mila ragazze e ragazzi coinvolti nelle sue attività, ha l’obiettivo di promuovere la coesione sociale e di formare le generazioni del futuro tramite una serie di 19 progetti, che vanno dai laboratori di arte e moda al teatro, dall’artigianato all’arredo urbano e che stanno cercando di adeguarsi alla sfida posta dalla pandemia.

Scuole di Quartiere nasce dalla collaborazione del Comune di Bologna con imprese sociali, associazioni culturali ed educative e il centro di analisi e comunicazione Fondazione Innovazione Urbana. L’alleanza si rivolge non solo alle scuole in senso stretto ma «a tutto ciò che gli sta intorno, nutrendosi di progettualità e sostenendo i giovani del territorio, le loro famiglie e il mondo del lavoro», come dichiarato ieri dall’assessore alla cultura Matteo Lepore, nel corso della conferenza stampa online in cui sono stati presentati alcuni tra i progetti che fanno parte dell’iniziativa.

Tra questi c’è Rileghiamoci, coordinato dal Dipartimento Cultura e dal Patto per la Lettura, insieme a Hamelin associazione culturale, che si occupa appunto di promozione della lettura. Il progetto nasce per formare un nuovo profilo professionale, l’educatore alla lettura, che esiste, con nomi diversi, in altri paesi, ma che deve invece ancora svilupparsi in Italia. Lo scopo è quello di creare un’opportunità di lavoro innovativa, formando grazie ai giovani, i giovanissimi, cioè 12 ragazze e ragazzi, nella progettazione di percorsi educativi incentrati sui linguaggi e sulle pratiche narrative – non solo tradizionali – rivolti anche e soprattutto ai più fragili.

Ed è proprio alla fragilità, nella sua forma forse più consueta e per questo spesso dimenticata – come ha dimostrato l’emergenza che stiamo vivendo, che si rivolge un altro progetto di Scuole di Quartiere dedicato agli anziani. Si tratta di Dalle parole agli atti, idee per la longevità, una serie di sei laboratori teatrali (uno per ogni Quartiere di Bologna) che affronteranno il tema della longevità da punti di vista differenti. Il progetto è condotto dall’associazione di volontariato Auser e, come dichiarato ieri in conferenza stampa dalla presidente Antonella Lazzari, verrà adeguato alle misure anti-Covid e quindi si svolgerà online, essendo i teatri momentaneamente chiusi.

Sempre causa Covid è stata rimandata la presentazione del prodotto di un altro progetto di Scuole di Quartiere, la linea di moda B-Switch, di FreeWear Academy, una realtà che opera nel Quartiere Navile, in zona Bolognina. La linea di streetwear, interamente ispirata al paesaggio urbano della Bolognina, è stata ideata da trentacinque adolescenti coinvolti nel progetto, e sarebbe stata presentata con un evento il 17 ottobre. È realizzata con materiali sostenibili ed è «adatta a tutti i corpi e a tutti i generi», come sottolineato dai suoi giovani creatori.

Educazione, formazione, ma soprattutto inclusione, sono quindi le parole che forse meglio riassumono gli intenti di Scuole di Quartiere, parole sempre necessarie, specialmente nel periodo di emergenza in cui ci troviamo.

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