Scoperto il boomerang più antico d’Europa, la ricerca è dell’Università di Bologna

Il boomerang più antico d’Europa è stato scoperto nella grotta di Obłazowa, nel sud della Polonia. Un oggetto straordinario, lungo oltre 70 centimetri e scolpito in una zanna di mammut, che risale a più di 42.000 anni fa. A identificarlo e datarlo con precisione è stata una ricerca internazionale coordinata dall’Università di Bologna.

Una scoperta che riscrive la preistoria europea

Finora si riteneva che il boomerang fosse una tecnologia sviluppata dai popoli aborigeni australiani. Il reperto polacco, invece, anticipa di millenni gli esemplari oceanici ed è il primo del genere documentato nel continente europeo. Lo studio, pubblicato sulla rivista PLOS ONE, attribuisce al boomerang un’età compresa tra 42.290 e 39.280 anni, rendendolo un oggetto chiave per comprendere le prime fasi della presenza dell’Homo Sapiens in Europa.

Coordinamento italiano, analisi ad alta tecnologia

A guidare l’indagine è stata Sahra Talamo, docente dell’Alma Mater e direttrice del laboratorio BRAVHO, specializzato in datazioni al radiocarbonio. «Abbiamo impiegato tutte le tecnologie più avanzate oggi disponibili per determinare il contesto cronologico e culturale di questo straordinario reperto, e i risultati sono stati sorprendenti», ha dichiarato Talamo.

Poiché non era possibile prelevare campioni dal boomerang stesso, la datazione è avvenuta indirettamente, analizzando i resti ossei trovati nelle sue vicinanze. La metodologia è stata curata da Nicole Casaccia, dottoranda dell’Università di Bologna: «La sfida principale era ottenere una cronologia affidabile del boomerang senza danneggiarlo».

Tecnologia, cultura e simbolismo nell’Europa centro-orientale

Il boomerang è stato ritrovato insieme a ornamenti in avorio, strumenti litici e a una rara falange umana attribuibile a Homo Sapiens. Un insieme di reperti che potrebbe indicare un contesto rituale o sciamanico legato alla cultura aurignaziana.

«Per le sue caratteristiche e il suo stato di conservazione, questo boomerang è un reperto senza precedenti», spiega Paweł Valde Nowak dell’Università Jagellonica di Cracovia. Aggiunge Andrea Picin, coautore dello studio: «La presenza del boomerang in associazione a strumenti aurignaziani e ornamenti suggerisce un’identità culturale distinta in Europa centro-orientale, spesso trascurata nei modelli classici di diffusione del Sapiens».

Una nuova geografia della preistoria europea

La ricerca rivaluta il ruolo dell’Europa centro-orientale nella diffusione dell’Homo Sapiens, ponendo in discussione la centralità esclusiva dell’Europa occidentale. Secondo gli autori, la grotta di Obłazowa fu occupata in modo continuativo durante un’epoca segnata da profondi cambiamenti climatici.

«Questa scoperta dimostra l’importanza di integrare discipline diverse per ricostruire i grandi passaggi della storia umana», conclude Sahra Talamo. «E ci ricorda come anche le regioni meno esplorate della preistoria europea possano rivelare testimonianze in grado di trasformare profondamente la nostra visione del passato».

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