Il tram come minaccia. È così che la presidente del gruppo consiliare “Bologna Ci Piace”, Samuela Quercioli, interpreta le parole pronunciate qualche giorno fa dal sindaco di Bologna Matteo Lepore sul progetto del tram: «Se non si finisce in tempo, il Comune fallisce». Una dichiarazione che suona come un avvertimento, ma che – secondo la consigliera – si trasforma in una minaccia inaccettabile.

«Non si governa una città alimentando ansie o facendo leva sulla paura dei cittadini», scrive Quercioli in un comunicato dai toni duri. «Si guida una comunità costruendo fiducia, promuovendo il dialogo e offrendo soluzioni».

Le parole del sindaco, secondo l’opposizione civica, non solo rappresentano un modo di amministrare discutibile, ma mostrano anche il nervosismo di chi non sa più come difendere un progetto contestato da molti. «Chi difende un quartiere, una strada, una comunità, lo fa perché ama questa città», sottolinea la consigliera, ribadendo come la partecipazione non sia un ostacolo, bensì una risorsa da valorizzare.

Lepore viene accusato di utilizzare il rischio fallimento come scudo politico per evitare il confronto. Una strategia che, secondo Quercioli, «non è degna di un’amministrazione sicura delle proprie scelte». Da qui l’appello diretto al primo cittadino: «Chiediamo al sindaco Lepore di tornare a svolgere il suo ruolo con responsabilità, rispetto e senso delle istituzioni».

Nel mirino non c’è solo il tono delle dichiarazioni, ma anche l’approccio comunicativo dell’intera Giunta, che secondo la consigliera trasforma un’opera pubblica in un dogma, davanti al quale ogni critica viene zittita con la paura.

Il punto sollevato è politico, ma anche culturale: Bologna non può diventare solo un cantiere, schiacciata tra pressioni economiche e promesse da rispettare. È prima di tutto una comunità viva, che chiede trasparenza, ascolto e coinvolgimento reale.

Il dibattito sul tram continua, ma l’opposizione civica sposta la discussione sul metodo: il problema non è solo il mezzo, ma il modo in cui si pretende di farlo accettare.

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