Psicosi da virus, nel fumetto Black Hole i lati peggiori della società

“Black hole” usa l’horror per raccontare lo stigma e la paura di un virus a trasmissione sessuale: il celebre fumetto di Charles Burns del 1995, ristampato dalla Coconino Press in una nuova edizione per celebrare i vent’anni della casa editrice bolognese, ha ancora molto da dirci sull’emarginazione derivata da una malattia. I quattro adolescenti protagonisti, una volta contratta una misteriosa “peste giovanile”, cominciano a presentare delle orribili mutazioni che non permettono loro di vivere nella civiltà. Il clima di sospetto, le psicosi e i traumi dell’America rivelano, così, la loro faccia più violenta. Acclamato dalla critica, “Black hole” ha vinto diversi premi in tutto il mondo, tra cui 8 Harvey Award e un Ignatz Award, ed è stato il finalista all’Angoulême International Comics Festival.

Ambientato nei sobborghi di Seattle, il fumetto di Charles Burns è stato scritto durante i primi anni Novanta, un’epoca in cui l’emergenza dell’AIDS era ancora molto sentita. Il virus di “Black hole”, trasmesso con i rapporti intimi, rende visibile il degenerare della malattia: i corpi dei contagiati si deformano, presentano code, bocche in eccesso ed appendici mostruose. Il manifestarsi del “bug” scatena, quindi, tutti i lati peggiori della società, che si concretizzano nell’esclusione, nel bullismo e nell’omicidio. Un’estremizzazione della paranoia che risuona ancora oggi nei tempi del Coronavirus.

“Black hole” è anche una graphic novel che rivela lo spirito profondo dell’America. Chris, Rob, Keith ed Eliza, i quattro adolescenti su cui si concentra la trama, cercano un rifugio dalla società andando a vivere nei boschi in una comunità di infetti autogestita. Il desiderio di una vita più autonoma rispetto alle convenzioni è quasi un canone di certa letteratura statunitense, una forma di libertarianismo fondamentalmente anarchico che trova la sua massima espressione in Henry David Thoreau. Il filosofo e scrittore del Massachusetts è, infatti, l’autore di “Walden, ovvero vita nei boschi” (1854), un resoconto di oltre due anni fuori dalla civiltà in totale rifiuto delle leggi capitaliste. Il testo di Thoreau ha direttamente influenzato molti movimenti pacifisti in tutto il mondo, da Gandhi, Martin Luther King, ai trattati sulla non violenza di Lev Tolstoj fino ai movimenti contro-culturali degli anni Sessanta del Novecento. 

Lo stile inconfondibile di Charles Burns, composto da netti contrasti in bianco e nero ottenuti grazie a un uso sorprendente delle chine, mette visivamente in risalto una storia dai contenuti forti, surreali e a tratti disturbanti. Celebrato per il suo tratto deciso che evidenzia i sentimenti di personaggi spesso ai limiti della società, il fumettista americano è stato spesso paragonato al regista David Cronenberg (“La mosca”, “Videodrome”). Burns ha raccolto anche il plauso del Washington Post, che ha definito “Black hole” come «una delle migliori graphic novel di tutti i tempi». 

La pregiata nuova edizione della Coconino Press, con una copertina cartonata e di grande formato, ha un prezzo non particolarmente proibitivo (circa 26€), e celebra, così, il catalogo di alta qualità della casa editrice nata a Bologna nel 2000. La Coconino Press si è distinta negli anni per la pubblicazione di autori come Art Spiegelman (uno dei pochi fumettisti ad aver vinto il premio Pulitzer) e dell’italiano Gipi. 

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