Mancanza di supporti per scrivere e di un collegamento Internet, insufficienza di luce, malfunzionamento di proiettori e microfoni, ingresso di animali dal parco: i disagi per molti studenti universitari di Bologna che di solito fanno lezione al cinema Nosadella di via Lodovico Berti sono tanti e ciò ha spinto “Lettere Aperte”, collettivo studentesco che rappresenta gli studenti del dipartimento di Lettere, a volere aprire un dialogo con l’Ateneo. A ottobre 2019 è stato sottoposto agli studenti un questionario sullo svolgimento delle lezioni all’interno di quel cinema e il 57% di loro ha dichiarato l’inadeguatezza della struttura, non consona per natura a fini scolastici. Da ottobre a dicembre i ragazzi di Lettere Aperte si sono dunque tenuti in contatto con questi studenti e, accertate le condizioni delle lezioni tenute nel cinema, da gennaio hanno presentato le loro mozioni nei vari organi dell’Ateneo, sostenendo che una tale situazione rende impossibile uno scambio orizzontale tra studenti e docenti.
In particolare, le mozioni riguardano: l’installazione di una rete Internet utilizzabile da studenti e insegnanti, l’adattamento delle poltrone aggiungendo supporti per scrivere, la riparazione dei servizi igienici spesso fuori uso, il controllo di tutti gli strumenti didattici elettronici (proiettori, microfoni, prese elettriche…) e l’interlocuzione con l’adiacente biblioteca Borges, comunale e non universitaria, per riadattarla come aula studio. A tutto questo si aggiunge anche un problema nell’organizzazione delle lezioni lontano dalla fascia oraria di pranzo 13-15, in cui il cinema chiude, o l’accordo con il vicino centro polifunzionale Unione per ospitare gli studenti nella propria mensa invece che lasciarli mangiare all’aperto.
Il Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini, ha accolto le istanze degli studenti, dichiarando però che il problema sarà risolto nel momento in cui tutte le facoltà scientifiche saranno trasferite nella sede del Navile creando così più spazio. «Evidentemente per noi questa è una risposta totalmente insoddisfacente. Ciò dimostra una non presa di consapevolezza delle problematiche e soprattutto la volontà di ignorare i problemi, non agendo oggi sul miglioramento di quella sede», dice Eva Brencich, referente del collettivo Lettere Aperte. Quello che in particolare gli studenti chiedono è un intervento immediato da parte dell’Ateneo, «non una procrastinazione a data da definirsi. Proprio per questo motivo presenteremo una mozione al Consiglio degli studenti nelle prossime settimane», conclude Brencich.
L’emergenza del Coronavirus sicuramente non faciliterà il dialogo con l’università, ma Lettere Aperte minaccia che continuerà a premere sugli organi di Ateneo e soprattutto mediaticamente per tenere alta l’attenzione sul tema.