Il collettivo della manovalanza artistica, “Le Braccianti di Euripide” dal teatro ai social

«Nella nostra zona il martedì è il giorno della raccolta differenziata della carta. Per questo con #martedìcarta pubblichiamo sulla nostra pagina alcune proposte poetiche esterne». Ad esprimersi così sono “Le Braccianti di Euripide”, un collettivo artistico composto da cinque ragazze che studiano e lavorano tra Bologna e Torino. Poesia, illustrazione, video e fotografia: le Braccianti credono nella poetica del “terra terra” e parlano di “manovalanza artistica”. Il nome del gruppo prende spunto da “Le Baccanti” di Euripide: tragedia greca in cui le donne, istigate dal dio bacco, sono seguaci del teatro, dell’arte, della musica e del vino. «Il nostro bisogno di fare poesia, invece, non risponde solo a esigenze estetiche. Noi abbiamo proprio bisogno di fare questa cosa: per questo siamo delle braccianti», hanno affermato.

Le Braccianti, prima di tutto, sono un gruppo di amiche con la passione in comune per l’arte. Fotografie rubate, fogli scritti nel cassetto, testi e illustrazioni mai pubblicati, fino a quando un giorno si decide di creare un progetto insieme dopo «interi pomeriggi di caffè a dirci cose bellissime e a non farne neanche una». I social network sono stati da subito il contenitore ideale per le creazioni artistiche, consapevoli del rischio che la parola poetica possa perdere profondità nel flusso delle bacheche: «la risposta della poesia però non è social, ma è quella che ti fa venire voglia di prendere un testo, di rileggerlo, perché la parola ti risuona». Dal maggio del 2018 le Braccianti esordiscono a teatro, ospitate negli spettacoli di Gian Marco Basta. Il 21 febbraio, inoltre, al circolo Arci la Staffa, hanno chiuso il ciclo “4 modi diversi di morire in versi”: una serie di incontri dedicati ai poeti di differenti nazionalità con ospiti, performance e slam-poetry (una forma di poesia orale che si basa sull’improvvisazione).

Leggendo e osservando le fotografie e le illustrazioni si nota da subito l’utilizzo di alcuni pseudonimi. Nomi come Ananke, Nemesi e Perseide: divinità greche che rappresentano degli archetipi e che sono scelte autonomamente dalle artiste. Non è l’esigenza dell’anonimato a tutti i costi ma «volevamo vedere cosa succedeva se abbassavamo il livello minimo di identità. Sui social non è scontato. E poi la mitologia greca ha una forza che continua a essere potente, a dirci qualcosa». L’attenzione del lavoro artistico delle Braccianti è rivolta però alla condizione di chi vive oggi tra i venti e i trent’anni: “La mia generazione” infatti è il primo testo pubblicato che racconta un mondo in cui i giovani «sono più sconnessi di quanto possa sembrare».

Le poesie delle Braccianti di Euripide si trovano sulle pagine Facebook e Instagram del gruppo. Oggi, #martedìcarta, ci sarà un altro ospite con una creazione artistica. Poi l’idea è quella di continuare a utilizzare il martedì per gli incontri poetici: dai social alla realtà, questa volta. Dai post alle cassette delle lettere. Il 29 marzo, invece, al Teatro del Navile, il collettivo artistico si esibirà dal vivo nello spettacolo “Teatro-canzone”.

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