Coronavirus, islamici di Bologna solidali con una raccolta fondi

La comunità islamica emiliana si unisce per affrontare l’emergenza Coronavirus con una raccolta fondi online destinata all’ospedale Maggiore di Bologna: l’iniziativa sul sito Gofundme, partita dal consigliere comunale di Crevalcore Salah Eddin El Arbaoui (Lista Civica), si propone di dare un supporto economico a medici, infermieri, operatori sanitari e volontari che stanno combattendo la pandemia. La raccolta fondi ha ottenuto il supporto di Yassine Lafram, il coordinatore della comunità islamica di Bologna e di molti giovani di diverse fedi e provenienze, tra cui anche degli italiani. 

L’idea è nata con l’intento di fare qualcosa di concreto per il territorio bolognese e in particolare per l’ospedale Maggiore, che secondo gli organizzatori ha ricevuto meno donazioni di questo tipo rispetto ad altre strutture sanitarie della città. L’utilizzo di internet e dei social network è un mezzo per riuscire a ottenere lo stesso risultato delle tradizionali raccolte fondi che si fanno ai banchetti, evitando così i contatti fisici che in questo momento sono altamente sconsigliati. L’impresa potrebbe sembrare ardua, ma ha avuto il sostegno di molti ragazzi figli di immigrati di seconda o terza generazione che per ora ha ottenuto circa 2000 euro. Tra questi giovani c’è lo stesso Salah Eddin El Arbaoui, il ventiseienne che ha ideato questa raccolta. 

Dopo l’entusiasmo suscitato nella comunità islamica, oggi El Arbaoui contatterà il consolato bolognese del Marocco di via Caduti di Amola, 30, per proporgli l’iniziativa. Il consigliere comunale ha anche suggerito ai centri culturali e alle due moschee di Crevalcore di fare una donazione simbolica da rilasciare durante una futura giornata di preghiera. Tutto ciò dovrebbe servire a facilitare la raccolta di fondi anche per chi non ha una carta di credito o non usa internet. «Noi desideriamo restituire qualcosa a questa terra che ci ha dato tanto e alla quale apparteniamo», ha dichiarato Salah Eddin El Arbaoui alla Gazzetta di Bologna. «È giusto dimostrare che in questo momento di difficoltà noi ci siamo, perché in una società tutte le persone contribuiscono al bene della comunità». 

Secondo i dati dell’Osservatorio sul pluralismo religioso i musulmani in Emilia-Romagna sono circa 182mila, con Bologna in testa che conta 48 luoghi di preghiera tra città e provincia. Una comunità ben radicata sul territorio che in questa occasione ci tiene a dimostrare la sua riconoscenza, come nel caso di Naser, che nei commenti della raccolta fondi scrive: «Un buon musulmano deve partecipare attivamente nella costruzione delle strutture che offrono aiuto alla popolazione». Infatti, il comunicato che presenta la donazione si conclude con una sura del Corano: «Quelli che donano i loro beni per la causa di Allah, sono come un seme di grano da cui germogliano sette spighe, ognuna delle quali contiene cento chicchi». 

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