Truffavano anziani con la telefonata del finto carabiniere, arrestate 10 persone

Si tratta di 10 napoletani che sono riusciti a compiere in tutta Italia, anche a Bologna, 64 truffe ai danni di anziani con un illecito profitto di circa 200mila euro. 

Associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate in danno di anziani, perpetrate in tutto il territorio nazionale e anche in Emilia Romagna. Sono le accuse a cui dovranno rispondere 10 persone tutte residenti nella provincia di Napoli arrestate questa mattina nel capoluogo campano dai carabinieri di Bologna coordinati dalla Procura del Tribunale di Bologna in seguito a un’indagine condotta da ottobre 2020 a maggio 2021 dopo episodi criminali consumatisi nella provincia di Bologna. 

L’indagine ha consentito di disarticolare tre distinti gruppi criminali specializzati in truffe in danno di vittime vulnerabili (prevalentemente anziani) con il metodo del cosiddetto “finto Maresciallo dei Carabinieri ovvero del finto avvocato”. Dopo aver consultato alcuni siti internet, venivano reperiti nominativi e numeri di telefono di persone a cui alcuni degli indagati, nel ruolo di telefonisti, spacciandosi per “Marescialli dei Carabinieri” e “Avvocati”, rappresentavano un falso e grave sinistro stradale in cui era rimasto coinvolto un prossimo congiunto della vittima (solitamente, un figlio o un nipote), richiedendo, contestualmente, somme di denaro o preziosi da consegnare ad un complice (nel ruolo di esattore), per evitare gravi conseguenze giudiziarie.  

Per rendersi maggiormente credibili invitavano la vittima a contattare il “112” e, tenendo la linea telefonica aperta, facevano credere, erroneamente, al malcapitato di parlare con i carabinieri che, ovviamente, confermavano le circostanze della vicenda. Contestualmente carpivano dalla vittima ulteriori informazioni sensibili che, subito dopo, il falso avvocato utilizzava per chiedere il pagamento di una “cauzione”, generalmente di alcune migliaia di euro o preziosi, affinché il parente non patisse gravi conseguenze legali ovvero fosse rilasciato. 

Una delle tre organizzazioni, al fine di eludere le indagini, aveva dislocato il “Call Center” da cui partivano le telefonate nei confronti delle vittime in Spagna, più precisamente a Barcellona, da dove, utilizzando schede telefoniche iberiche, veniva organizzata la truffa.  

Nel corso delle operazioni, svoltesi oggi sono state effettuate varie perquisizioni nei confronti dei 10 indagati finalizzate anche al sequestro preventivo di denaro contante, provento delle truffe, per un ammontare di 100 mila euro. 

L’indagine ha permesso, in pochi mesi, di ricostruire 64 truffe ai danni di anziani, con un illecito profitto di circa 200mila euro. 

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