Shopping in calo, 20 mila negozi di moda a rischio chiusura

Più di 20.000 negozi a rischio di chiudere, creando circa 50.000 disoccupati. Federmoda Confcommercio chiede al governo di aiutare il settore.

Sono 20.000 i negozi di abbigliamento a rischio chiusura, 50.000 i dipendenti che potrebbero perdere il posto di lavoro. Sono le stime preoccupanti pubblicate ieri da Federazione Moda (Federmoda) di Confcommercio, in considerazione dell’impatto delle nuove restrizioni sul settore del tessile e dell’abbigliamento. «Le nostre attività, seppure non oggetto di attenzione diretta dei DPCM, non possono stare aperte senza prospettive», è dichiarato nel comunicato. Si calcola, infatti, che da inizio pandemia circa 115mila negozi abbiano subito un drastico calo delle vendite fino al 50%. Sconti e saldi, utilizzati dai commercianti come ancora di salvezza, ne hanno praticamente azzerato il margine di guadagno. 

Poiché nel settore della moda i prodotti vengono acquistati con mesi e mesi di anticipo, sono tanti i negozianti ad essersi ritrovati in primavera prima, e in autunno poi, con gli scaffali pieni di merce invenduta. Senza parlare poi dei soldi investiti per adeguare locali e protocolli alle misure anti-covid. Il 2020, stando ai dati, ha prodotto nel settore soltanto un gravissimo indebitamento. 

È necessario, dunque, che il governo si prenda cura anche di questa categoria di lavoratori. “Servono contribuiti a fondo perduto, liquidità dalle banche, credito d’imposta per gli affitti, condono fiscale”, ha affermato Marco Cremonini, vicepresidente nazionale e presidente Emilia-Romagna e Bologna di Federmoda Italia, «è indispensabile detassare le rimanenze di magazzino, sospendere i mutui e prolungare la cassa integrazione straordinaria fino a tutto il 2021». 

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