Sono andati a citofonare al campanello di casa del consigliere comunale leghista Umberto Bosco per chiedergli se sfrutta dei lavoratori. Sono gli attivisti della Pagina Facebook “Il Padrone di merda” secondo i quali «gli unici responsabili della precarietà (nel mondo del lavoro) siano i partiti e i padroni». Il gesto è successo ieri sera verso le 21,30 «su segnalazione – spiegano gli attivisti – dei cittadini preoccupati nel quartiere della Bolognina». Ma perché proprio a casa di Umberto Bosco? Perché gli attivisti ritengono il consigliere leghista sia un «fiancheggiatore dei “Padroni di Merda” della città di Bologna. Lui e l’assessore alla sicurezza Alberto Aitini (del Partito Democratico) hanno più volte espresso preoccupazione per la mobilitazione delle maschere bianche, un gruppo di lavoratori anonimi che da un anno ha mosso guerra agli sfruttatori della città», dicono gli attivisti in un loro comunicato.
SCUSI, LEI SFRUTTA?Ieri sera, su segnalazione dei cittadini preoccupati nel quartiere della Bolognina, siamo andati a citofonare alla casa del consigliere Umberto Bosco, noto fiancheggiatore dei Padroni di M*er*a della città di Bologna ed esponente della Lega. Lui e l’assessore alla sicurezza Alberto Aitini(del Partito Democratico) hanno espresso preoccupazione per la mobilitazione delle maschere bianche, un gruppo di lavoratori anonimi che da un anno ha mosso guerra agli sfruttatori della città.I due poltronari di partiti formalmente diversi, hanno gli stessi amici e le stesse priorità, non temete, le citofonate sono appena incominciate!
Pubblicato da Il Padrone Di Merda – Bologna su Venerdì 24 gennaio 2020
Il loro gesto a casa di Bosco è stata un’azione dimostrativa per dare fastidio a chi fiancheggia, secondo “Il Padrone di merda”, lo sfruttamento di chi lavora per 4 euro l’ora, senza contratto e sotto continue molestie. «Sappiamo che i politici che si azzuffano per una poltrona spesso non hanno mai lavorato in vita loro, sappiamo che sono pronti a fare di tutto per vincere, come fare propaganda sulle spalle di ignari cittadini», scrivono gli attivisti. E minacciano di continuare con questo tipo di azioni: «Non temete, le citofonate sono appena incominciate!».
La provocazione di citofonare al consigliere leghista sarà stata ironicamente suggerita dal gesto fatto 4 giorni fa dal leader proprio della Lega, Matteo Salvini che proprio a Bologna ha citofonato a un minorenne tunisino chiedendogli se spaccia sotto suggerimento di una residente del quartiere Pilastro.