A un anno dall’entrata in vigore della “Città 30”, il bilancio resta al centro del dibattito cittadino. Giancarlo Tonelli, direttore di Confcommercio-Ascom, rilancia l’appello a coniugare sicurezza e mobilità, proponendo aggiustamenti all’ordinanza. «Rimaniamo alla nostra proposta iniziale: quella di coniugare al meglio sicurezza e mobilità. Per questo crediamo che qualche correzione all’ordinanza della Città 30 sia la soluzione» dichiara Tonelli, evidenziando la necessità di un confronto tra amministrazione e associazioni di categoria.
La proposta: tornare ai 50 km/h fuori dal centro
Tra le modifiche suggerite, Tonelli sottolinea l’importanza di riportare il limite di velocità a 50 km/h nelle strade al di fuori dei viali, mantenendo i 30 km/h solo in centro città, dove «siamo quasi obbligati ad andare lentamente, specie negli orari di punta». Un adeguamento che, secondo Confcommercio Ascom, dovrebbe essere accompagnato da un potenziamento dei controlli, in linea con il nuovo codice della strada che punta fortemente sulla sicurezza.
Dialogo e confronto: cosa manca?
Tonelli auspica un dialogo più serrato tra amministrazione e categorie interessate: «Un incontro per valutare gli esiti degli ultimi 12 mesi è essenziale. Vanno armonizzate le richieste di residenti, associazioni, ambientalisti, pedoni e imprese, superando contrapposizioni politiche e ideologiche. Del resto il primo anno era sperimentale…».
Ritorni contrastanti sull’applicazione dei limiti
Sul rispetto effettivo del limite dei 30 km/h, il direttore di Confcommercio osserva: «Abbiamo avuto ritorni diversi. C’è chi ha interpretato in toto il provvedimento, creando rallentamenti, e chi, invece, modera la velocità solo in prossimità dei velox, tarati sui 50 km/h, per evitare multe».
Mobilità e organizzazione dei tempi: il nodo irrisolto
Tonelli torna anche su un’altra proposta avanzata da Ascom: la modulazione degli orari scolastici e degli uffici pubblici per migliorare la mobilità cittadina. «La nostra idea era volta a ridurre il traffico, ad esempio anticipando o posticipando di 15 minuti l’ingresso nelle scuole e negli uffici pubblici. Peccato che il tavolo non si sia più riunito».