A Bologna il Registro dei tumori non è attivo, Europa Verde: «Una lacuna gravissima»

«Una lacuna gravissima, questa, perché i dati epidemiologici sono fondamentali sia per definire le politiche sanitarie pubbliche sia per valutarne l’efficacia», ha commentato Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. 

Il Registro dei tumori di Bologna non è attivo. La conferma arriva dall’assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini, in seguito a un’interrogazione posta dal Gruppo Europa Verde ieri in Commissione Politiche per la Salute e politiche sociali per chiedere chiarimenti sull’esistenza o meno del Registro tumori della provincia di Bologna e sul suo mancato accreditamento all’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), al quale sono invece accreditati i registri di tutte le altre province dell’Emilia-Romagna. Nella risposta l’assessore Donini ha confermato che il Registro dei tumori di Bologna non è attivo, annunciando che entro la primavera del 2021 sarà pubblicato il primo report di incidenza dei tumori. 

Nell’interrogazione, Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e vicepresidente dell’Assemblea legislativa, ha chiesto anche con quali strumenti il Registro regionale dei Tumori diffonda i dati in suo possesso e se sia stata definita la tempistica per recuperare i ritardi accumulati – causa pandemia Covid 19 – dai programmi di screening per la diagnosi precoce di alcune tipologie di tumore e dalle visite periodiche di controllo per ex-malati oncologici. Su questo punto l’assessore Donini avrebbe affermato che le tempistiche sono costantemente monitorate e che il differimento delle attività è compreso in un periodo che va da uno a tre mesi e che dagli aggiornamenti pervenuti a inizio 2021 non sono registrati ulteriori ritardi. Inoltre, ha aggiunto, a novembre 2020 si è concluso il recupero di tutte le prestazioni programmate per i malati ex-oncologici.  

«Che la provincia di Bologna non disponga del Registro tumori, unica provincia dell’Emilia-Romagna a trovarsi in questa situazione, è una lacuna gravissima perché i dati epidemiologici sono fondamentali sia per predisporre le misure mirate di prevenzione primaria, sia per definire le politiche sanitarie pubbliche sia, infine, per valutarne l’efficacia», ha dichiarato Silvia Zamboni. 

Comunicare i dati epidemiologici in maniera trasparente è utile anche per rafforzare il patto di fiducia con i cittadini. «Per quanto riguarda i programmi di diagnostica precoce, nonostante le rassicurazioni dell’assessore Donini sul recupero rispetto ai ritardi accumulati causa pandemia, restano i miei dubbi sulla base dei dati diffusi dall’Osservatorio nazionale screening che evidenzia ritardi fino a quattro mesi e mezzo e di segnalazioni personali. Ringrazio quindi l’assessore che su questo mi ha risposto che attiverà ulteriori verifiche», ha concluso Zamboni. 

 

 

 

fonte: Gruppo Europa Verde

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