A Bologna fare l’artista di strada è più facile, parola dei Mashuploop

«Bologna è la città dove un artista di strada può guadagnare di più ed è la più attenta all’arte». A dirlo alla Gazzetta di Bologna sono Giuseppe Aprile e Michele Ciliberti, due cantanti musicisti e artisti di strada che si esibiscono soprattutto il fine settimana in via Rizzoli con una chitarra, 2 microfoni, una cassa e ovviamente le loro voci. In arte sono il duo Mashuploop, hanno rispettivamente 23 e 26 anni, sono pugliesi e suonano con una chitarra e l’uso della bocca per riprodurre i suoni del basso e della batteria (il cosiddetto beatboxing). Dopo qualche anno in giro per le strade delle città italiane ed europee confermano che Bologna è la città che presta più attenzione agli artisti di strada ed è anche la più generosa nelle offerte. Trasferirsi a Bologna per praticare la loro arte di strada è stato, dunque, il loro obiettivo principale. «Abbiamo lavorato per le strade di Barcellona, Berlino, Roma, per mettere qualche soldo da parte e venire a vivere a Bologna per realizzare il nostro sogno di essere musicisti di strada nel capoluogo emiliano. Ora viviamo qui e ci svegliamo presto la mattina per prenotare la nostra postazione per le vie del centro della città», raccontano i due musicisti. A Bologna ci sono così tanti artisti di strada che il Comune resta aperto anche il sabato e la domenica per rilasciare una sorta di permesso gratuito e giornaliero agli artisti di strada che così possono “occupare” legalmente parte delle vie del centro città per potersi esibire.

«Bologna è molto più organizzata rispetto ad altre città. A Roma, per esempio, per prendere lo stesso permesso ci vogliono 3 giorni e una settimana per poi convalidarlo. A Barcellona lo stesso permesso non lo rilasciano così facilmente. È d’obbligo fare un esame davanti a una giuria, come se fosse un ‘talent show della strada’. A Bologna, invece, in un minuto ci rilasciano il permesso e i vigili ci augurano addirittura ‘buon lavoro’», raccontano i due musicisti. I due ragazzi cercano di darsi una spiegazione sul perché Bologna è più aperta all’arte di strada. Per Michele «il motivo lo si dovrebbe cercare nel veloce cambio generazionale che vive il capoluogo emiliano». In particolare per le migliaia di studenti universitari fuori sede che arrivano a Bologna già predisposti a un’apertura mentale.

Anche Giuseppe e Michele a Bologna sono fuori sede. La storia del loro progetto musicale è cominciato nel 2015 quando decisero di buttarsi nel mondo dei “buskers” (artisti di strada) partendo da Foggia con soli 15 euro in tasca per tentare la fortuna in Spagna. Lì, esibendosi per le strade di Barcellona, sono riusciti a pagarsi un affitto e a costruire quello che sarà poi il duo artistico Mashuploop. L’anno successivo i due ragazzi hanno deciso di avventurarsi con un vecchio camper partendo dalla Puglia fino ad arrivare in Slovenia, Repubblica Ceca e Germania. Questo viaggio ha spinto i due giovani musicisti a scrivere un libro che ha vinto il primo premio del concorso online per giovani scrittori ideato dalla casa editrice Albatros. Grazie alla pubblicazione del loro libro “Derive e dirottamenti. Storie e viaggi di artisti di strada” sono riusciti a girare per circa 40 scuole in Italia con un progetto di avvicinamento alla lettura per gli studenti. E infine i Mashuploop hanno anche partecipato lo scorso ottobre al programma di canale 5 “Tu si que vales” dove hanno avuto i “Sì, per me vali” di Maria De Filippi e di Gerry Scotti. «Il nostro obiettivo è far crescere il nostro progetto. Non solo suoniamo come artisti di strada, ma cerchiamo locali che vogliano ospitarci per poterci esibire». In attesa dell’uscita del loro disco di inediti è possibile ascoltare i due artisti per le vie del capoluogo emiliano considerato dai Mashuploop tra le città più «rispettose nei confronti degli artisti di strada».

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