Il Coordinamento Migranti Bologna non ha dubbi: l’assassinio di #Willy Monteiro è di stampo razzista e sabato gli attivisti migranti sosterranno l’organizzazione del presidio di solidarietà per Willy in piazza del Nettuno.
«Willy Monteiro è morto perché era figlio di migranti. È morto perché era nero, perché sul suo corpo il razzismo che sta dentro la società italiana pensa di aver diritto a infierire e ad accanirsi. Willy non era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Willy era al posto giusto, quello dove si difendono gli amici. È il razzismo che è dappertutto e ovunque nel posto sbagliato». Non ha dubbi il Coordinamento dei migranti di Bologna: Willy Monteiro Duarte, il ragazzo 21enne italiano di origini capoverdiane, è stato assassinato la notte tra il 5 e il 6 settembre scorso a Colleferro, vicino Roma, da gruppo di giovani di idee estremiste di destra, perché nero.
«C’è chi ancora si interroga sul ruolo delle arti marziali o del disagio sociale in questa vicenda. Ma è nel razzismo che sono cresciuti gli assassini bianchi di Willy. È nel razzismo e nel culto patriarcale della violenza che rende i maschi “veri maschi” quando molestano le donne o aggrediscono i neri. È nel fango di chi pensa che le vite dei neri e dei migranti non valgono quanto quelle dei bianchi», dice il Coordinamento migranti bolognesi che decide di farsi sentire e di essere solidali con la famiglia di Willy sostenendo l’organizzazione del presidio di sabato 19 settembre per Willy.
Secondo gli attivisti migranti, Willy sarebbe morto «perché il razzismo si fa più violento quando si sente minacciato e attaccato». In particolare, dopo la morte di George Floyd, un grande movimento di donne e uomini in tutto il mondo sta dicendo che i neri non sono disposti a farsi ammazzare. «Trasformiamo il grido di dolore in una pretesa inarrestabile di dignità e di libertà che è lo stesso delle e dei migranti che non sono disposti a farsi rinchiudere in un centro d’accoglienza-quarantena in attesa del Covid-19 o di farsi sfruttare. A quello di chi lotta per un documento nei campi, nei magazzini, nelle fabbriche, nelle case ad assistere gli anziani italiani. Il razzismo è dappertutto, ma dovunque trova un rifiuto nero e migrante», conclude il Coordinamento Migranti di Bologna.