I ristoratori bolognesi non ci stanno. La chiusura alle 18,00 di bar e ristoranti, pub e pasticcerie stabilita dall’ultimo DPCM del governo Conte scatena il dissenso anche dei ristoratori bolognesi che manifesteranno domani 28 ottobre in Piazza Maggiore. Ne ha dato ieri l’annuncio la Confederazione delle Imprese Confcommercio Ascom Bologna secondo cui la chiusura anticipata per bar e ristoranti, insieme alla chiusura totale per cinema, teatri e palestre, penalizzerà fortemente le imprese del territorio. «Si rischia di andare incontro alla chiusura di centinaia di imprese e alla conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro», ha dichiarato la Confederazione che rappresenta il Terziario di mercato del capoluogo emiliano. Il provvedimento, inoltre, non terrebbe conto degli investimenti per mettere i locali in sicurezza, fatti con la prospettiva di rimanere aperti durante l’autunno. Alla protesta, inizialmente promossa dalla FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) dell’Emilia-Romagna, si sono uniti presto anche gli operatori della cultura, dello sport e del commercio. «Chiediamo che l’ultimo provvedimento venga modificato, o comunque che non continui fino a Natale», si legge ancora nel comunicato. Inoltre, la Confcommercio di Bologna chiede di mettere subito in campo misure di sostegno alle aziende «per aiutarle a far fronte ai propri costi fissi e non perdere altri posti di lavoro».
in foto: Enrico Postacchini Presidente Confcommercio Ascom Bologna