Carcere della Dozza di Bologna per una notte senza medici e tutto sulle spalle degli infermieri

Pronta la reazione del sindacato degli infermieri Nursind di Bologna: «Inaccettabile scaricare tutti sugli infermieri. I responsabili siano rimossi».

«È inaccettabile quanto accaduto: chiediamo la rimozione del coordinatore infermieristico e del medico responsabile della struttura, non si possono lasciare gli infermieri in simili situazioni». È il duro commento di Antonella Rodigliano, segretaria territoriale del Nursind di Bologna, riguardo il grave episodio di disorganizzazione registrato fra il 19 e il 20 febbraio nella casa circondariale della Dozza: il penitenziario si è infatti ritrovato privo di personale medico per l’intero turno notturno, con la gestione di qualunque genere di emergenza sanitaria affidata esclusivamente al personale infermieristico in forza al carcere. 

«Non è possibile ritrovarsi a lavorare in queste condizioni: la probabilità che nella notte fra sabato e domenica non ci fossero medici a disposizione era già stata prospettata da inizio settimana dalla direzione sanitaria, eppure, in tutti questi giorni, non è stato fatto nulla per cercare una soluzione – prosegue Rodigliano -. L’unica comunicazione giunta è stata quella che, poche ore prima dell’inizio del turno, avvisava gli infermieri di dover affrontare la nottata da soli. Si tratta di una cosa gravissima». 

La situazione all’interno del carcere, denuncia il sindacato, è al limite: i medici in organico sono appena sedici e la carenza di personale è evidente. Mai però si era giunti ad una situazione simile, con la totale assenza di una figura medica all’interno della struttura per un intero turno. Gli atti di autolesionismo da parte dei detenuti e le aggressioni al personale infermieristico sono spesso all’ordine del giorno alla Dozza, rendendo già di per sé complicato il servizio nella struttura. 

Poco prima dell’inizio del turno, gli infermieri in servizio nel carcere sono stati messi al corrente della situazione, senza nessuna possibilità di porvi rimedio o trovare delle altre soluzioni per tempo. Sono state invece fornite indicazioni operative straordinarie, come il potenziamento della continuità assistenziale della guardia medica in condizioni di necessità e la prassi da seguire in caso di nuovi accessi, dando per scontata la disponibilità degli infermieri ad accettare tutto quanto. «Chiaramente non ci tiriamo mai indietro perché siamo dei professionisti che amano il proprio lavoro e lo fanno sempre con grande passione e serietà -conclude Antonella Rodigliano – ma non possiamo rischiare di ritrovarci di nuovo in una situazione del genere. È il momento che qualcuno si assuma le proprie responsabilità». 

Condividi