Annullate 25 multe per eccesso di velocità, il Comune di Bologna perde la battaglia sugli autovelox

Il Comune di Bologna incassa una pesante sconfitta sul fronte delle multe stradali: il giudice di pace ha annullato 25 sanzioni per eccesso di velocità elevate in un solo mese dagli autovelox sui viali cittadini. La sentenza accoglie il ricorso presentato dall’avvocato Emanuele Dalla Palma, presidente dell’associazione di consumatori Miglior tutela, che ha contestato la mancanza di omologazione degli strumenti di rilevazione.

Autovelox non a norma, il giudice annulla tutte le sanzioni

Le multe, che sfioravano complessivamente i 3mila euro e prevedevano anche la decurtazione di 27 punti sulla patente, sono state impugnate in un unico atto. Il ricorso è stato supportato dal Centro tutela legale, con il contributo del perito Giorgio Marcon e dell’esperto di metrologia legale Cavalier Claudio Capozza.

La sentenza richiama un principio già ribadito dalla Cassazione: «L’approvazione non è equipollente all’omologazione poiché hanno ‘caratteristiche, natura e finalità diverse’». Senza una vera omologazione, che garantisca la precisione degli strumenti, gli accertamenti tramite autovelox non possono essere considerati legittimi.

Il giudice ha concluso che «l’amministrazione non ha provato l’avvenuta omologazione dello strumento di accertamento. Non potendosi considerare equivalenti l’approvazione e l’omologazione, il ricorso andrà accolto».

Una sconfitta per il Comune di Bologna

Le infrazioni contestate erano state rilevate tra il 27 giugno e il 29 luglio 2024 nei punti più battuti dagli autovelox in città: viale Berti Pichat, viale Togliatti, viale Lenin e viale Cavina, noto per il numero elevato di sanzioni. Le multe andavano dai 55 ai 243 euro, ma i punti patente non erano mai stati scalati perché «in attesa della sentenza non avevamo comunicato chi era alla guida».

Ora il Comune, oltre alla figuraccia, dovrà anche pagare le spese processuali. «Bologna è una piazza complessa, non ero così sicuro della vittoria», ha commentato Dalla Palma. Ma su cosa dovrebbe fare ora l’amministrazione non ha dubbi: «Lo stabilisce la Cassazione, l’amministrazione dovrebbe mettere a norma questi strumenti».

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