Per dire basta alle parole e ai gesti di odio, che feriscono i più deboli ma fanno male a tutti. Perché in una comunità in cui ci si guarda in cagnesco non vive bene nessuno, e far la voce grossa non aiuta a risolvere i problemi. Perché ci si salva soltanto insieme, sempre: dai pericoli del mare, dalla condizione di bisogno, dai rischi per la democrazia, che è un bene superiore che appartiene a tutti. Ecco i motivi della quinta Marcia della Pace dell’Accoglienza della Città di Bologna che si terrà il prossimo 1 gennaio alle 15 con partenza da piazza VIII Agosto. La ricetta degli organizzatori, Città di Bologna Insieme Città aperte e solidali Bologna, è «tirarsi su le maniche e lavorare insieme, per costruire lavoro, per dare diritti, per aiutare chi resta indietro. Rispettandosi a vicenda. Con semplicità, intelligenza, gioia di vivere.
Una marcia della pace che vuole coinvolgere i bolognesi perché «questo vuol dire essere di Bologna: appartenere a questa terra, a prescindere dal luogo in cui si è nati. Orgogliosi insieme, vecchi e nuovi cittadini, di ciò che abbiamo alle spalle». La pace non piove dal cielo, ma la si costruisce insieme, dal rapporto con i familiari e il vicino di casa, al rapporto tra stati e popoli.