Strage 2 agosto, a Bologna in vetrina il libro che discolpa Mambro e Fioravanti: è polemica

Alcuni bolognesi non ci stanno: una protesta contro le librerie del centro che ieri hanno esposto nelle vetrine il saggio “Storia Nera. Bologna. La verità di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti”, dove si sostiene l’innocenza dei due terroristi neofascisti condannati per la strage di Bologna, ha infiammato i social network. La contestazione, nata su Twitter dalla segnalazione del fondatore del gruppo musicale Lo Stato Sociale Alberto Guidetti, ha raccolto l’indignazione di diversi cittadini che hanno chiesto a Feltrinelli, Libraccio e Librerie.coop la rimozione del libro dalle loro vetrine, giudicando la sua esposizione come poco rispettosa a ridosso del 40esimo anniversario dell’attentato che si terrà oggi. 

Nel mirino della protesta c’è il controverso saggio di Andrea Colombo, ex dirigente di Potere Operaio e giornalista de Il Manifesto, che sposa la tesi innocentista di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti. I due terroristi di estrema destra appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) sono stati condannati all’ergastolo il 23 novembre 1995 dalla Corte di Cassazione come gli esecutori materiali della strage avvenuta il 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna Centrale. Nel suo libro, definito come “una controinchiesta”, Colombo sostiene che il processo fosse stato viziato da mire politiche, e che Mambro e Fioravanti siano stati usati come capri espiatori per tutte le stragi neofasciste rimaste impunite. Entrambi i terroristi si dichiarano estranei all’attentato di Bologna, dove un ordigno esplosivo posizionato nella sala d’aspetto della seconda classe causò 85 morti e 200 feriti. Francesca Mambro ha, invece, confessato di aver partecipato, assieme a Valerio Fioravanti, ad almeno otto omicidi avvenuti tra il 1980 e il 1982, e il cui movente va ricercato nel neofascismo militante di quegli anni.

La contestazione è nata sul web da Alberto Guidetti de Lo Stato Sociale, spargendosi poi a macchia d’olio sui vari social network. «Un applauso a tutti i distributori del libro di Mambro e Fioravanti, tra cui La Feltrinelli», ha dichiarato Guidetti su Twitter. «Con quel nome lì non ha comunque problemi ad avere nei propri scaffali materiale autografo di fascisti stragisti. Perché fare schifo è un’arte ma anche un business». Ad esprimere contrarietà rispetto all’esposizione in vetrina del saggio da parte delle librerie bolognesi non c’è solo internet, ma anche alcune personalità di spicco della città, tra cui Giovanni Berti Arnoaldi Veli, ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Bologna nonché figlio di Francesco Berti Arnoaldi Veli, che fu il legale di parte civile nei processi sulla strage. «Il momento è sbagliato e ha un sapore provocatorio», ha detto l’avvocato alla Gazzetta di Bologna. Poi ha continuato: «Le prime udienze a cui ho presenziato come praticante furono a seguito di mio padre nel processo in Corte d’Assise per i fatti della stazione, e ho assistito personalmente alle deposizioni di Fioravanti e Mambro. Per quanto riguarda gli omicidi che hanno confessato, sono tutt’ora sconvolto dalla freddezza con cui raccontavano e rivendicavano i loro fatti di sangue. Sulla strage di Bologna bisogna sottolineare che gli indizi di prova a loro carico erano molteplici».

La libreria Feltrinelli di via dei Mille, 12/A-B-C, contattata dalla Gazzetta di Bologna, ha dichiarato di aver rimosso il libro dalla vetrina dopo una tempesta di telefonate avvenuta ieri mattina. Il direttore di Libraccio di via Oberdan, 7, ha sostenuto che non ci fosse un’ottica provocatoria in quella scelta. «La vetrina si poteva evitare», ha detto al nostro quotidiano. «Dovevamo essere più prudenti nella scelta della tempistica rispetto alla visibilità in vetrina ma rivendichiamo, comunque, di averlo in negozio come testimonianza della pluralità dei punti di vista».

Diversa è stata la risposta di Librerie.coop, la cui sede di piazza Galvani, 1/h è una delle librerie ad aver esposto il saggio di Colombo. Secondo quanto dichiarato dal loro ufficio stampa alla Gazzetta di Bologna si tratterebbe di «una questione molto sgradevole che ci offende, perché noi non l’abbiamo mai messo in vetrina». Librerie.coop ipotizza che qualcuno abbia esposto il libro di sua iniziativa come uno scherzo di cattivo gusto. L’ufficio stampa ci tiene a prendere le distanze dalla tesi proposta dal saggio, un fatto che secondo loro sarebbe provato dai numerosi eventi che organizzano ogni anno sul tema dell’attentato. Tra questi, il salotto letterario “Stasera parlo io”, che si è tenuto giovedì scorso nella biblioteca dell’Archiginnasio, e a cui ha partecipato anche l’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980. 

 

 

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