Sgomberato l’immobile di via Zago occupato dagli attivisti dei centri sociali

Dal Comune di Bologna fanno sapere che c’è un modo regolare e legale per prendersi gli spazi della città e «chi vuole può partecipare». In questo sgombero il Comune, tuttavia, non è coinvolto perché si tratta di un immobile privato. 

Vigili del Fuoco, polizia, carabinieri in tenuta anti-sommossa, uomini della Digos hanno sgomberato questa mattina l’immobile di via Zago, neo pressi del ponte Stalingrado a Bologna, che circa un mese fa gli attivisti dei centri sociali (Xm24, Bancarotta e altre esperienze simili) avevano occupato dopo che furono nuovamente sgomberati da un altro immobile occupato in via Fioravanti, in Bolognina. Lo sgombero dell’immobile, ex sede della clinica Cesare Ragazzi e di proprietà della holding Investire Sgr, è cominciato all’alba ed è seguito dalle proteste degli stessi attivisti, circa 250, che hanno anche fatto partire un corteo dal ponte Stalingrado verso il centro. Alcuni occupanti sono anche saliti sul tetto come atto di protesta. Proteste che hanno avuto ripercussioni sul traffico soprattutto sui viali per alcune ore. 

«L’ennesimo spazio abbandonato da anni e riportato in vita grazie all’autogestione, l’ennesimo spazio sgomberato in nome della speculazione. Per ogni sgombero, nuove infestazioni!», dice chi difende gli attivisti che avevano occupato l’immobile. 

Dal Comune di Bologna, invece, fanno sapere che c’è un modo regolare e legale per prendersi gli spazi della città e «chi vuole può partecipare». In questo sgombero il Comune, tuttavia, non è coinvolto perché si tratta di un immobile privato. 

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