Scuola, l’Emilia-Romagna avrà meno fondi per ripartire rispetto a regioni meno colpite dal Covid-19

«L’Emilia-Romagna è stata fortemente penalizzata nella distribuzione delle risorse aggiuntive per la ripartenza della scuola a settembre. Lo si evince dal decreto interministeriale che riporta la suddivisione delle risorse su base regionale per la ripresa dell’anno scolastico. Con quelle risorse, si potranno attivare solo 2500-2700 posti tra docenti e personale Ata, cifra insufficiente a coprire il fabbisogno sia dell’organico di fatto che quello necessario per fronteggiare l’emergenza Covid-19». Lo dicono le organizzazioni sindacali Cgil, Cils e Uil insieme al sindacato dei lavoratori autonomi Scuola Snals Confsal e il sindacato degli insegnanti Gilda Unams che denunciano come non ci sia alcuna informativa a riguardo fornita dall’amministrazione scolastica regionale.  

Secondo i sindacati, per l’amministrazione scolastica regionale far conoscere in via preventiva il fabbisogno per la ripartenza è un dovere e anche elemento di trasparenza nei confronti delle parti sociali, dei cittadini e dei genitori della nostra regione. «È davvero incomprensibile come l’Emilia-Romagna (dove il Covid-19 e l’emergenza sanitaria hanno picchiato più duro che altrove) ottenga di meno rispetto ad altre regioni (in proporzione più piccole e toccate solo marginalmente dal virus) che riceveranno il doppio e in alcuni casi il triplo delle risorse. È impensabile che nella regione con più contagiati e morti dopo la Lombardia la ripartenza della scuola (chiusa da 23 febbraio) avvenga in emergenza. Qualcuno ci deve delle risposte», sottolineano i sindacati. 

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