Mediatori linguistici e culturali della Ausl Bologna senza stipendio, Cgil: « Situazione drammatica»

La cooperativa Synergasia di Roma a cui appartengono è in fallimento e ha i conti pignorati. Questo avrebbe portato l’Ausl di Bologna all’impossibilità di pagare le fatture alla coop in appalto.

Senza stipendio da marzo, e ora pure con la ditta che sarebbe a un passo dal fallimento. Si fa sempre più preoccupante la condizione dei mediatori linguistici e culturali che lavorano in appalto per l’Ausl di Bologna, a causa della crisi della cooperativa sociale Synergasia di Roma a cui appartengono. Sono una dozzina di lavoratori a tempo indeterminato, più decine di collaboratori e partite Iva che sono impiegati per poche ore a settimana. Il problema era già stato denunciato in estate dalla Cgil, ma negli ultimi mesi non c’è stata alcuna schiarita. Anzi, nelle ultime settimane gli sviluppi sono stati tutti negativi.

Il Tribunale di Roma avrebbe infatti deciso di pignorare i conti dell’azienda, in quanto la sua situazione di insolvenza sarebbe generalizzata. Questo avrebbe portato l’Ausl di Bologna all’impossibilità di pagare le fatture alla coop in appalto e a questo punto non sarebbe neanche esclusa una brusca interruzione del servizio da parte dell’azienda sanitaria, dal momento che Synergasia non sarebbe in grado di continuare a erogare l’appalto. Nel frattempo la Cgil di Bologna, attraverso i propri legali, ha scritto alla cooperativa minacciando tutte le azioni del caso a tutela dei lavoratori.  

«La situazione è drammatica- conferma Simone Raffaelli della Fp-Cgil di Bologna, parlando alla ‘Dire’- l’azienda continua a non pagare gli stipendi da mesi e ci risulta che i suoi conti sia stati pignorati. Urge una soluzione a stretto giro, per garantire la continuità occupazionale dei lavoratori e il loro reddito».  

Il timore del sindacato è che la coop sociale venga messa in liquidazione a breve e per questo sta già informando i lavoratori sulle forme di tutela da attuare per recuperare i soldi che spettano loro attraverso il fallimento della ditta. La maggior parte degli addetti, peraltro, è rimasta in servizio nonostante non percepisca lo stipendio da marzo. E riesce ad andare avanti grazie al supporto della propria famiglia o facendo anche altri lavori, si spiega dal sindacato. Ma questa situazione non può durare a lungo.  

Per questo la Cgil si augura che l’Ausl di Bologna possa intervenire in prima persona, ad esempio facendo subentrare nella gestione dell’appalto un’altra azienda che sia in grado anche di riassorbire i lavoratori. Secondo il sindacato, inoltre, grazie al blocco delle fatture e con una procedura complessa, l’Ausl potrebbe anche arrivare liquidare direttamente lo stipendio ai lavoratori nell’attesa del subentro della nuova ditta.  

 

fonte: Agenzia Dire

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