Emergenza abitativa, a Bologna i privati fanno quello che il Comune non fa

A Bologna ci sono 18.000 alloggi sfitti e almeno 6.000 famiglie in cerca disperata di una casa. Ma mentre il Comune di Bologna discute e propone misure giudicate da alcuni inefficaci, sono i privati a intervenire per cercare soluzioni concrete. Per affrontare il problema, Confabitare ha dato vita a CoopAbitare, una cooperativa che rimette sul mercato gli immobili inutilizzati garantendo la massima tutela per i proprietari. «I numeri parlano chiaro: ci sono 18.000 alloggi inutilizzati o sottoutilizzati e almeno 6.000 famiglie in cerca disperata di un’abitazione. Il problema, dunque, non è la scarsità di case, ma la cattiva gestione politica e la mancanza di tutele per i proprietari. Ma è mai possibile che per risolvere l’emergenza abitativa a Bologna debbano intervenire i privati?», sottolinea Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare.

Come funziona

Il meccanismo è semplice: il proprietario affida l’immobile alla cooperativa, che garantisce un canone fisso e regolare, anche in caso di morosità da parte dell’inquilino. «In più, CoopAbitare si fa carico delle manutenzioni ordinarie, dei rapporti con gli amministratori condominiali e della selezione accurata degli inquilini, eliminando completamente le preoccupazioni per i proprietari», dichiara Zanni.

Inoltre, i proprietari diventano soci della cooperativa e partecipano agli utili annuali. Un sistema pensato per rendere conveniente affittare senza timori, in un contesto dove, secondo Confabitare, molti preferiscono lasciare gli appartamenti vuoti per evitare problemi.

«CoopAbitare dimostra chiaramente che a Bologna, quando il settore pubblico manca, il privato è in grado di intervenire efficacemente», evidenzia Zanni. Ma resta l’interrogativo sul ruolo dell’amministrazione: «Perché il Comune continua a fare propaganda o, al massimo, perpetua soluzioni vaghe e poco efficaci?» si chiede. «Perché l’amministrazione si limita a discutere senza concretizzare nulla di utile e risolutivo, mentre emergono sempre più drammaticamente situazioni al limite della dignità abitativa?», conclude Zanni.

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