Oltre mille aziende nel settore agricoltura dell’Emilia-Romagna hanno chiuso battenti solo nell’ultimo trimestre. Confagricoltura chiede aiuti per le imprese agricole e agrituristiche, gli agriturismi che lavorano per il 70% a cena.
Dopo che il DPCM del 25 ottobre ha sancito la chiusura alle 18 di bar e ristoranti, la filiera agroalimentare dell’Emilia-Romagna ha subito un duro colpo e in aggiunta, secondo l’Unione italiana delle Camere di commercio (Unioncamere), il settore agricolo risente fortemente della pandemia di Covid con la chiusura di 1066 di aziende agricole nel terzo semestre del 2020. Per Marcello Bonvicini, presidente degli imprenditori agricoli di Confagricoltura Emilia-Romagna il settore ha bisogno di sostegno: «Non ci siamo mai fermati dall’inizio dell’emergenza sanitaria e adesso servono misure urgenti. In questo momento dell’anno si semina per il 2021».
Il danno economico sarà molto pesante per le aziende agricole legate al canale Ho.re.ca (hotel, ristoranti e bar) e agli agriturismi. Secondo il presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, «questo film lo abbiamo già visto durante il lockdown di marzo e aprile, quando si registrò un drastico crollo di vendite, in particolare nel comparto dei prodotti trasformati quali formaggi e salumi, che rappresentano rispettivamente il 25% e l’8% del valore della produzione agricola regionale».
Un altro problema riguarda gli agriturismi che servono per il 70% pasti serali e sopravvivono grazie a questa attività, ma che non possono utilizzare, in questa situazione straordinaria, in cui i locali devono chiudere alle 18, il servizio di consegna pasti a domicilio. «Ci attendiamo che la Regione intervenga con una autorizzazione ad hoc, sull’esempio di quanto fatto nel lockdown della scorsa primavera, e permetta alle strutture di fare le consegne a domicilio. Inoltre, l’agriturismo ha diritto agli stessi aiuti e interventi finanziari messi a disposizione per la ristorazione», conclude il presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna.