Torna a Bologna Gender Bender, il festival contro gli stereotipi di genere

Una radicale attenzione ad ambiente, inclusività e contraddizioni: così si presenta “Radical Choc”, nome dato alla diciassettesima edizione del Gender Bender Festival, rassegna artistica sull’identità di genere, che torna a Bologna dal 23 ottobre al 3 novembre. Prodotto dal Cassero LGBTI Center, il festival internazionale giunge in città con più di 120 appuntamenti in 12 giorni  e in 20 luoghi diversi. Danza, cinema, dibattiti, letture, workshop sono gli ingredienti del festival di quest’anno che avrà come partecipanti figure che hanno creato delle svolte sul piano culturale internazionale, come la coreografa israeliana Yasmeen Godder, la regista Rachel Carey e il ballerino iraniano Sorour Darabi. 

Gender Bender Festival quest’anno ha deciso avere una svolta più ambientalista e ha pensato di destinare una parte dell’incasso al progetto “Foreste in Piedi” di LifeGate, un progetto di tutela della foresta amazzonica brasiliana: per ogni biglietto acquistato verranno tutelati così 10 metri quadri di “polmone verde”. Inoltre, per i programmi cartacei sono state utilizzate carte da fonti certificate, provenienti da foreste e filiere gestite responsabilmente.                            «Se l’impegno nella causa ambientale è roba da femminucce, come dicono alcuni detrattori particolarmente accesi di una nota ragazzina radicale di 17 anni (Greta Thunberg), noi siamo nella squadra!», ha dichiarato Daniele Del Pozzo, direttore artistico del festival insieme a Mauro Meneghelli. 

“Radical Choc” porterà in scena questioni scomode come i nuovi femminismi, la violenza di genere, darà voce alle nuove generazioni e visibilità alle persone con la sindrome di Down. Luce anche su temi difficili come la pratica della mutilazione dei genitali femminili e l’aborto illegale nell’America di pochi decenni fa.  

A presentare la nuova edizione si sono riuniti ieri all’interno di Palazzo d’Accursio l’assessore alla Cultura, Matteo Lepore, l’assessore Cultura e Sport della Regione Emilia Romagna, Massimo Mezzetti, il presidente Comitato Provinciale Arcigay Il Cassero, Giuseppe Seminario, insieme ai co-direttori artistici del festival. Il festival «racconta cos’è Bologna nel mondo, di come sia una città aperta ed accogliente e di come lavori in ambito artistico e nella costruzione di un progetto culturale con le nuove generazioni», ha detto l’assessore Lepore. «Un festival con un’offerta molto ricca e varia che fa riflettere sul valore delle parole identità e diversità», sono, invece, le parole di Mezzetti che ha continuato:« La nostra identità si costituisce solo con il contatto con l’altro diverso da noi e ciò genera ricchezza».

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