Perché ci aumentano la tassa dei rifiuti per la differenziata, ma le aziende multinazionali continuano a imballare i loro prodotti in quantità industriali di plastica? Potremmo pagare di meno se le aziende usassero meno plastica?
Loro usano la plastica e noi che facciamo la differenziata paghiamo. Dovrebbe essere il contrario, e invece. Nel 2024, una famiglia media in Emilia-Romagna ha speso 273 euro per la tariffa rifiuti, con un incremento del 2% rispetto ai 268 euro del 2023. I dati, diffusi dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, evidenziano importanti differenze tra i capoluoghi: Rimini è il più caro (310 euro), mentre Cesena il più economico (240 euro). A Ferrara, l’aumento ha raggiunto il 7%.
A livello nazionale, la spesa media si attesta a 329 euro, con un incremento del 2,6% rispetto all’anno precedente. Trento è il capoluogo più economico (183 euro), mentre Catania si conferma il più oneroso (594 euro).
Raccolta differenziata: l’Emilia-Romagna al top
L’Emilia-Romagna si distingue per un livello di raccolta differenziata del 74%, superando il 65% fissato dall’Unione Europea. Tuttavia, permangono differenze tra città: Ferrara guida la classifica regionale con l’87,6%, mentre Modena chiude al 61%.
Nel complesso, la raccolta differenziata a livello nazionale ha raggiunto il 65,2% nel 2022, crescendo dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il 18% dei rifiuti urbani finisce ancora in discarica.
Problemi e soluzioni secondo i cittadini
Secondo uno studio condotto da EURES per conto di Cittadinanzattiva e altre associazioni di consumatori:
- L’85% delle famiglie si dichiara sensibile alla gestione dei rifiuti, ma solo il 61% effettua correttamente la raccolta differenziata.
- Le principali difficoltà includono la scarsa chiarezza sui materiali (55,7%) e la gestione inefficiente del servizio (52,4%).
- Tra le proposte per migliorare la situazione, le famiglie suggeriscono incentivi economici, come riduzioni in bolletta (62,4%), e campagne di sensibilizzazione (40%).
Ridurre i rifiuti, una sfida ancora aperta
Nonostante l’aumento della sensibilità ambientale, solo il 51,4% delle famiglie acquista prodotti sfusi per ridurre gli imballaggi, e appena il 36% riesce a praticare il riutilizzo dei materiali. Migliorare la comunicazione e rendere più accessibili le informazioni sul servizio potrebbero favorire un comportamento più sostenibile.
Il Rapporto 2024 mette in luce un panorama complesso: se da un lato si registrano progressi nella raccolta differenziata, dall’altro i costi crescono e permangono criticità nella gestione del servizio e nella consapevolezza dei cittadini. Per consultare i dati completi del rapporto, è possibile visitare il sito di Cittadinanzattiva: www.cittadinanzattiva.it.