Un settore da mezzo miliardo a rischio chiusura: Coldiretti, Filiera Italia e ICI chiedono modifiche urgenti al DDL Sicurezza.
«No alla legge contro la canapa! Non cancellate il nostro futuro». Questo l’appello lanciato dai produttori italiani di canapa, sostenuti da Coldiretti, Filiera Italia e ICI – Imprenditori Canapa Italia, durante un incontro con Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura del Senato. Al centro del dibattito, le criticità legate all’articolo 18 del DDL Sicurezza n. 1236, che vieterebbe il commercio e la lavorazione delle infiorescenze di canapa, rischiando di azzerare una filiera dal valore economico di mezzo miliardo di euro, con 3.000 aziende agricole e 30.000 posti di lavoro.
Il senatore De Carlo apre al dialogo
Durante l’incontro, De Carlo si è mostrato disponibile a un confronto tecnico per trovare soluzioni che bilancino le esigenze delle imprese con le normative di sicurezza. «L’obiettivo è coniugare la lotta contro gli abusi della legge 242 del 2016 con la tutela degli investimenti legittimi nel settore della canapa – ha dichiarato –. Dobbiamo permettere agli agricoltori di lavorare senza penalizzare un comparto che rappresenta un’eccellenza italiana».
Coldiretti: «Non lasceremo soli gli imprenditori»
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha sottolineato l’importanza di una visione lungimirante per salvaguardare le 3.000 aziende agricole attive nella coltivazione della canapa: «Non possiamo permettere che i sogni e gli investimenti di tanti giovani vengano cancellati da una norma ingiusta. Siamo pronti a difendere i nostri imprenditori in ogni sede».
Canapa: un patrimonio italiano a rischio
Oggi la filiera della canapa è al centro di diverse industrie: alimentare, cosmetica, bioedilizia, automobili e bioplastiche. I suoi impieghi spaziano dalla produzione di pasta, biscotti e oli fino a mattoni antisismici, biocarburanti e batterie per veicoli elettrici. Con un potenziale di crescita stimato a 8 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, il settore rischia il tracollo se l’articolo 18 verrà approvato.
Attualmente, le infiorescenze della canapa – con un contenuto di THC inferiore allo 0,3% e prive di effetti psicotropi – sono utilizzate per oli, estratti e altri prodotti essenziali per il reddito dei coltivatori. Tuttavia, il disegno di legge propone di equipararle a sostanze illegali, consentendo paradossalmente la vendita di prodotti simili importati dall’estero.
Le storie degli imprenditori
Leonardo Rocchetti, imprenditore premiato con l’Oscar Green di Coldiretti, racconta: «Abbiamo diversificato la nostra azienda puntando sulla canapa per cosmetica e bioedilizia. Se il decreto passerà, rischiamo di chiudere». Anche Valentina Capone, fondatrice della cooperativa Canapa del Sud, teme il futuro: «Abbiamo creato una rete virtuosa di 36 produttori agricoli. Questa norma rischia di distruggere tutto» Infine, Andrea Senese spiega come il suo progetto abbia garantito stabilità economica a 25 famiglie: «Se il DDL sarà approvato, dovremo licenziare il nostro personale, lasciando intere famiglie senza sostentamento».
L’appello al governo
Coldiretti, Filiera Italia e ICI chiedono un tavolo di confronto urgente con il Governo per evitare che una normativa troppo restrittiva penalizzi un settore strategico per l’economia italiana e la sostenibilità ambientale.
Secondo le stime, oltre 4.000 ettari di terreni sono oggi coltivati a canapa in Italia, ma il settore rischia di sparire senza interventi correttivi. In passato, l’Italia era il secondo produttore mondiale di canapa, con quasi 100.000 ettari coltivati negli anni ’40. «Oggi abbiamo l’opportunità di rilanciare questo patrimonio – conclude Coldiretti – ma serve il coraggio di rivedere scelte legislative che non tengano conto della realtà e delle potenzialità di questo settore».