Piazza Scaravilli diventa una sala studio all’aperto e autogestita 

Per non creare assembramenti, a Bologna le aule studio restano chiuse e per gli studenti universitari continua a essere negata la possibilità di riunirsi per studiare insieme. Così l’associazione studentesca Cua ha “occupato” piazza Scaravilli in zona universitaria per renderla una “piazza studio autogestita”. «Studiamo insieme in sicurezza e rivendichiamo ciò che ci spetta! Abbiamo mascherine e gel», si legge nel comunicato dell’associazione. L’obiettivo è aprire delle giornate di studio di fronte al rettorato per far capire quanto sia importante il diritto allo studio. «Alcune mega industrie e fabbriche non hanno mai chiuso, un’Italia intera è “pronta a ripartire” tra mille decreti e nuovi regolamenti, ostentando quanto “stia andando tutto bene”. Questi falsi auto-elogi li abbiamo ben sentiti anche dall’università di Bologna che ancora una volta si è palesata per lo scarso interesse che ha verso studenti e studentesse», dicono dal Cua.

Giugno è il mese in cui studenti e studentesse sono nel pieno della loro “produttività”, tra chi deve dare esami, chi finisce o inizia a scrivere la tesi e si appresta a chiudere la propria “carriera” universitaria. «Ad oggi, a questi studenti e studentesse che continuano a pagare 2.500 euro di tasse per non ricevere nessun servizio, non viene data la possibilità di accedere alle biblioteche, luogo e strumento fondamentale per chi studia e per chi ha bisogno di consultare testi», incalza l’associazione. Perché si sentono lasciati da soli gli studenti e le studentesse del Cua hanno deciso di auto organizzarsi e di attrezzare un’area studio dove ci si potrà ritrovare per studiare, con panche e tavoli distanziati e posti segnati in cui ci si potrà sedere, fino a esaurimento posti. Inoltre, il Cua si rivolge direttamente all’Alma Mater con una richiesta, anzi 2: vorrebbe un semestre gratuito elannullamento delle tasse per il prossimo anno e delle more sui ritardi di quest’anno. 

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