Dottori per una settimana? Al via il progetto alternanza scuola-lavoro dell’Unibo 

Studenti e studentesse delle scuole superiori di Bologna seguiranno i medici da vicino e scopriranno ogni settore e aspetto della loro professione nelle sedi del dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna e del Policlinico Sant’Orsola.

“Dottore per una settimana”. Si chiama così la prima edizione del progetto di quella che fu l’Alternanza scuola-lavoro, ora “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento” PCTO, messo in campo dal dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna per l’orientamento dei giovani. Fino a aprile, per un totale di 25 ore, 35 studenti delle scuole superiori selezionati, vivranno i laboratori e le strutture del DIMES, (sia all’interno del IRCCS AOU di Bologna Policlinico di Sant’Orsola sia in strutture extra), per osservare così i medici e gli altri professionisti durante le loro attività quotidiane e condividerle seppur in un ambiente simulato, allo scopo di comprendere le difficoltà e le criticità intrinseche, ma anche le soddisfazioni professionali e l’intera gamma delle possibilità formative e occupazionali. 

Il percorso si articola in diverse giornate dove gli studenti potranno assistere a una valutazione clinica interattiva del paziente in merito ai diversi apparati (tegumentario, sensoriale, cardiovascolare, respiratorio), apprendere informazioni sull’esecuzione di diverse indagini strumentali non invasive e, infine, avere una panoramica sui futuri sviluppi del campo sanitario con l’introduzione delle nuove tecnologie (dall’intelligenza artificiale alla modellazione 3D). 

«Si tratta di un’opportunità per dare uno sguardo al dietro le quinte prima di decidere se voler salire sul palcoscenico non parlando solo con la star del momento ma con tutta la compagnia: dal medico clinico all’esperto di laboratorio dall’ingegnere biomedico al fisico. Tante discipline, tante possibilità per il futuro dei nostri futuri studenti», raccontano i docenti coinvolti nel progetto.

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