Uno spazio di socialità, assistenza e tutela dei diritti per chi ci consegna cibo a domicilio a Bologna, i cosiddetti rider: è l’obiettivo di “Casa Rider”, inaugurata la settimana scorsa negli spazi di Porta Pratello grazie alla collaborazione tra l’associazione Arci di Bologna, il sindacato CGIL e la Caritas. Si trova in via Pietralata 58 e sarà aperta ogni venerdì e sabato dalle 16 alle 20, offrendo un punto di riferimento per i lavoratori delle consegne, spesso costretti a lavorare in condizioni di precarietà e senza tutele adeguate.
Oltre a rappresentare un luogo di ristoro, permetterà ai rider di accedere a consulenze sindacali e fiscali, informazioni sui diritti e assistenza su permessi di soggiorno, cittadinanza, ricongiungimenti familiari, congedi parentali, permessi per la disabilità e tutela infortuni.
«Questo è un luogo di ristoro, informazione, conoscenza, dove i rider possono prendere anche un tè caldo d’inverno oppure riparare la bicicletta», spiega Rossella Vigneri, presidente di Arci Bologna.
Roberta Turi, segretaria nazionale Nidil-CGIL, ha evidenziato l’importanza di queste strutture: <<Le case rider sono simbolo di comunità e resistenza. Da una nostra inchiesta è emerso che il 60% dei ciclofattorini non denuncia gli infortuni e non sa di essere coperto dagli enti previdenziali Questo rende ancora più importante la presenza di queste “case”, che diventano il cuore di una categoria sindacale nuova>>.
«Molto c’è ancora da fare. Noi siamo stati la prima città a sottoscrivere una carta per la difesa dei diritti dei lavoratori digitali nel 2018. Da allora ci sono stati dei passi avanti, ma i rider continuano a non avere contratti adeguati. Servono contratti di lavoro dipendenti e tutele più forti», ha dichiarato il sindaco di Bologna Matteo Lepore.
foto: pubblica su Facebook Arci Bologna