Lotta ecologista, nuovo sciopero della fame di Extinction Rebellion a Bologna

Torna la ribellione ecologista non violenta a Bologna. In prima fila c’è il movimento Extinction Rebellion e in particolare uno dei suoi attivisti Daniele Quattrocchi che da martedì 1 settembre comincerà uno sciopero della fame per dire No alle devastazioni ambientali create dall’uomo. Ogni giorno, dalle 16 alle 20, l’attivista sarà in Piazza del Nettuno, supportato da altri attivisti e attiviste e da un presidio medico. «Il nostro metodo è la disobbedienza civile e l’azione diretta nonviolenta affinché l’allarme lanciato dalla comunità scientifica possa essere ascoltato», dicono da Extinction Rebellion, movimento nato in risposta alla devastazione ecologica c 

Lo sciopero della fame di Daniele Quattrocchi riprende lo sciopero della scorsa estate di Filippo Guerrini, attivista di Extinction Rebellion, grazie al quale è stata approvata dal Comune di Bologna la Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica. Bologna è stato il primo Comune italiano a darsi obiettivi così radicali, come il raggiungimento dello zero netto (diminuire le emissioni e prevedere compensazioni per quelle che non si riescono ad azzerare) di emissioni entro il 2030, la costituzione di Assemblee Cittadine con istituzioni, cittadini, esperti di diversi temi e scienziati per proporre nuove politiche ambientali dal basso. «Tuttavia, gli impegni sono rimasti a oggi ancora sulla carta: dall’istituire le Assemblee Cittadine, ad abbandonare i progetti non in linea con gli obiettivi della Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica. Ed è per questo che di nuovo portiamo in Piazza del Nettuno un’azione di impatto, per chiedere che il Comune di Bologna metta in atto gli impegni presi», fanno sapere gli attivisti di Extinction Rebellion.   

In particolare il movimento ecologista chiede che il Comune di Bologna porti a conoscenza dei cittadini e delle cittadine la Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica attraverso tutti i canali pubblici e istituzionali (sito del Comune, pagina Facebook, newsletter ai cittadini e cittadine, comunicati stampa, affissioni, striscione in piazza Maggiore). «Chiediamo che sia organizzato a carico dell’amministrazione (con eventuali oneri) un incontro pubblico con la presenza di scienziati che permetta ai cittadini e alle cittadine di conoscere i dati dell’emergenza e le azioni messe in atto dal Comune di Bologna, entro la fine di ottobre 2020». Inoltre, gli attivisti ecologisti non violenti chiedono che siano abbandonati con decisione formale il progetto edilizio sui Prati di Caprara, sull’ex-caserma Mazzoni e quello sul Passante di mezzo, perché vanno in senso contrario agli obiettivi della Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica. Ma le richieste non finiscono qui. Per il movimento sarebbe necessario istituire un’assemblea cittadina entro il 2020 e che possa lavorare a partire da febbraio 2021. Che abbia come obiettivo elaborare entro aprile 2021 proposte vincolanti da attuare entro luglio 2025 utili al raggiungimento dello zero netto di emissioni entro il 2030. 

«Siamo consapevoli di quanto le azioni da mettere in campo siano ambiziose, ma la scienza ci dice chiaramente che se non vengono prese fin da ora decisioni in netta discontinuità con il passato, le conseguenze per tutti e tutte noi saranno devastanti. Il mondo che vogliamo creare dopo la pandemia non può essere un ritorno alla “normalità” tossica e distruttiva per il pianeta e per gli umani», sottolinea Extinction Rebellion. 

 

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