Invece di cantare e applaudire, questa volta i balconi degli italiani saranno usati per un esperimento scientifico: misurare l’inquinamento luminoso del cielo notturno in tutto il Paese. A lanciare la proposta è il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), con l’iniziativa “Scienza sul balcone”. L’esperimento consiste nello scaricare una app gratuita per misurare la luminosità del cielo di notte e, sfruttando il sensore di luminosità del telefonino, uscire sul balcone (o affacciarsi alla finestra) per tre sere consecutive, lunedì, martedì e mercoledì prossimo, alle 21. Smartphone alla mano, basterà aprire la app e puntare lo schermo del cellulare verso il cielo, per poi appuntarsi su un foglio il numero indicato dall’applicazione. Alla fine delle tre misurazioni, i dati andranno spediti in forma anonima specificando però la zona dove sono stati registrati.
L’esperimento è stato ideato da Alessandro Farini, ricercatore dell’Istituto nazionale di ottica (Cnr-Ino) e da Luca Perri, astrofisico e divulgatore scientifico. La loro idea nata nei giorni scorsi, spiegano i due scienziati, quando in «tanti hanno provato a illuminare il cielo notturno con il cellulare così da essere fotografati dal satellite». Un tentativo inutile, visto che «la luminosita’ della luce flash di uno smartphone non può essere rilevata da un satellite». Ma proprio da questo “insolito flash mob” è nata la proposta di sfruttare i balconi per un vero esperimento scientifico.
«Negli ultimi decenni- sottolinea il Cnr- nel nostro Paese si e’ registrato un costante incremento della luce presente nell’ambiente notturno, dovuto all’eccessiva illuminazione artificiale notturna delle città». Una vera e propria forma di inquinamento, l’inquinamento luminoso, che non solo compromette la nostra visione dell’Universo, ma rappresenta anche un problema ambientale, economico, di sicurezza e salute pubblica». Per questo, seguendo il principio della ‘citizen science’, ovvero il coinvolgimento della cittadinanza in veri progetti di ricerca scientifica, il Cnr rivolge «alla popolazione un triplice invito: dare un piccolo contributo concreto per rendere possibile una vasta raccolta di dati altrimenti irrealizzabile, approfittare di questo momento di sospensione per fare qualcosa di utile e significativo per la comunità scientifica e la collettività partecipando ad un progetto scientifico di alto impatto sociale e contribuire a costruire quel ponte tra scienza e società, necessario per rendere i cittadini sempre più parte integrante del processo scientifico e del cambiamento sociale, che non può prescindere dalle conoscenze sviluppate in ambito scientifico».
Fonte: Agenzia Dire