“Cinofilandia”, un’area cani in un parco abbandonato per rivalutare il Quartiere Savena

Il progetto “Cinofilandia” ha partecipato al Bilancio partecipativo del Comune di Bologna perdendo di un soffio. Tuttavia, l’idea ha riscosso una forte risposta da parte cittadinanza. Chissà che non venga riproposto.

Il cane è senza dubbio il migliore amico dell’uomo e quale regalo migliore se non quello di lasciarlo libero in uno spazio verde? È  così che un 48enne napoletano ma residente a Bologna, Giorgio Fiorilloha pensato di presentare il proprio progetto “Cinofilandia” al Comune di Bologna con l’intenzione di unire l’utile al dilettevole: costruire un parco inclusivo con cani liberi su un’area degradata e non fruibile, rivalutandone il territorio. L’iniziativa nasce 2 anni fa per approdare sulla piattaforma comunale solo quest’anno in occasione del Bilancio partecipativo per il quartiere Savena, tramite cui è stato possibile consultare, dal 15 ottobre, e poi votare, dal 16 novembre al 5 dicembre, i progetti in grado di valorizzare il quartiere interessato. “Cinofilandia” ha perso per una differenza minima di voti rispetto a quelli necessari per la vittoria ovvero 706 su 738, quelli raggiunti dal vincitore, ma riscuotendo e sottolineando comunque una forte risposta da parte della cittadinanza, rimasta non indifferente all’idea proposta. Fiorillo non demorde e, forte del successo riscontrato, è intenzionato a riproporlo subito.

L’area interessata è situata tra l’Istituto Manfredi – Tanari e la caserma Stamoto di Bologna su viale Felsina, ricoprendo uno spazio di un ettaro e mezzo che oggi assume le sembianze di un bosco abbandonato. «Una zona molto adeguata perché lontana dalle abitazioni ma in realtà vicino alle scuole, abbastanza appartata e inutilizzata. Un verde che rimane verde», spiega Fiorillo, sottolineando che il progetto non prevede l’abbattimento di alberi. L’idea nasce sulla volontà di erigere un parco attrezzato in grado di proporre percorsi di benessere ed educazione sportiva, comportamentale, terapeutica e di aiuto. «Attorno al cane si possono creare attività per la comunità. Insieme ad un docente delle Scuole Farini abbiamo pensato: perché non fare incontrare cani e bambini? Così è nata la collaborazione con anche le scuole, includendo nelle attività previste la pet therapy in accostamento a ragazzi autistici o con disabilità, prevendo anche la modalità post scuola e campo estivo. Si potrebbe fare veramente tantissimo con la figura del cane al centro», ha affermato Fiorillo.

La struttura del progetto si vede suddivisa in 3 sottozone distinte, due delle quali adibite alla fruizione libera per la compresenza di cani tra di loro incompatibili, dotate di attrezzatura per la mobility dog ovvero attrezzatura leggera idonea all’attività e all’allenamento dei cani. Un’altra invece riservabile alle attività sociali, guidate e assistite da personale specializzato quali educatori, ognuno con il proprio programma, in un rapporto di co-working con le scuole, secondo determinate regole da seguire per evitarne l’eventuale uso singolo in quanto annoverato come spazio pubblico e quindi di pubblico utilizzo e fruizione. 

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