L’allarme lanciato da sindacato datoriale Unsic che ha redatto un articolato dossier sui contagi nelle scuole e ciò che ne deriva. In Emilia-Romagna i contagi nelle scuole sono in linea con quelli nel resto d’Italia.
Riaprire le scuole in presenza il 7 gennaio rischia di alimentare una terza ondata che sarebbe peggiore delle altre, principalmente per la concomitanza con le influenze stagionali e per lo stress delle strutture e del personale sanitario. È l’allarme lanciato da sindacato datoriale Unsic che ha redatto un articolato dossier sui contagi nelle scuole e ciò che ne deriva. I numeri ricercati dall’Unsic confermerebbero il rilevante apporto delle scuole nella pandemia in Italia, probabilmente causato da ciò che vi ruota attorno (trasporti, assembramenti all’entrata e all’uscita, ecc.)
Gli ultimi numeri, altamente emblematici, li ha diffusi la rivista Wired, reperendoli direttamente dal ministero dell’Istruzione attraverso un’istanza di accesso generalizzato (Foia). Al 31 ottobre 2020, si legge sul sito di Wired, risultano 64.980 casi di Sars-Cov-2 nella popolazione scolastica di elementari, medie e superiori. Grazie all’indicatore attivato dalla stessa rivista, emerge che quasi tutte le regioni italiane hanno registrato molti più contagi a scuola rispetto agli altri ambienti.
Il top in Molise, Abruzzo, Umbria, Lazio, Piemonte, Marche, Sardegna e Liguria, con casi scolastici fino a quattro volte rispetto al resto. L’incidenza inferiore delle scuole è solo in Campania (dove però gli istituti scolastici sono stati chiusi già ad ottobre), in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto. In Lombardia ed Emilia-Romagna i due dati sono in linea tra loro.
Analoghe risultanze con i dati dell’Istituto superiore di sanità: al 25 agosto 2020 risultavano 9.544 contagiati nella fascia 0-19 anni, diventati ben 102.419 al 7 novembre, con una crescita da due a cinque volte di più rispetto alle altre fasce di età, come ha calcolato il quotidiano Il Tempo.
Dopo la chiusura delle scuole superiori con il Dpcm del 6 novembre 2020, quando è stata applicata la didattica a distanza, la fascia scolastica che era in testa alla classifica è scesa al quinto posto. Se in precedenza i contagi della fascia scolastica erano cresciuti di dieci volte, dalla chiusura in poi sono saliti solo del 45,69 per cento. Anche i dati del ministero della Salute confermano la repentina crescita dei focolai scolastici passati dai 14 del 27 settembre ai 291 del 26 ottobre, oltre venti volte di più in appena un mese. Sempre più esperti – da Roberto Battiston ad Andrea Crisanti, da Massimo Galli a Giovanni Sebastiani – sottolineano il peso delle scuole nella diffusione dei contagi.
«Ovviamente riteniamo che la scuola in presenza dovrebbe rappresentare l’ordinarietà, ma quella del periodo pandemico è ansiogena e discontinua: occorre avere piena consapevolezza che purtroppo stiamo vivendo un periodo straordinario e un dramma epocale con oltre 60mila vittime. Se la didattica a distanza sta salvando vite, soprattutto dei nostri anziani, occorre continuare ad adottarla alle superiori almeno finché non avremo le cure monoclonali e i vaccini per buona parte della popolazione», commentano i responsabili dell’Ufficio comunicazione e del Centro studi dell’Unsic.
fonte: Unsic