Bologna e il suo complesso sistema dei corsi d’acqua

Bologna, conosciuta per i suoi Portici e la sua antica università, è anche una città ricca di un intricato sistema di vie d’acqua che si sviluppa sia sopra che sotto le sue strade. Questo complesso idrico ha avuto un ruolo fondamentale nella storia e nello sviluppo della città, e ancora oggi rappresenta una risorsa preziosa per il territorio.

I fiumi principali: Reno, Savena e Aposa

La rete idrica bolognese si sviluppa principalmente attorno a tre corsi d’acqua: il fiume Reno, il torrente Savena e il torrente Aposa. Il fiume Reno, che ha origine in Toscana, si estende per 212 chilometri e attraversa Bologna attraverso una serie di canali. Tra i principali troviamo il canale Cavaticcio, il canale Reno e il canale Navile, che assume questo nome solo una volta uscito dai confini della città. Uno dei canali più noti è il canale delle Moline, nel quale confluisce il torrente Aposa, altro elemento chiave della rete idrica bolognese.

Accanto al Reno, il torrente Savena è il secondo corso d’acqua per importanza. Dalla sua corrente nascono piccole vie d’acqua, tra cui il canale Savena, che attraversa i Giardini Margherita, uno dei parchi più amati dai bolognesi.

Corsi d’acqua minori: tra natura e artificio

Oltre ai principali fiumi, Bologna è attraversata da numerosi corsi d’acqua minori, alcuni naturali, altri artificiali. Tra quelli di origine naturale troviamo la Fossa Cavallina, il rio Grotte, il rio Meloncello, il Savena Abbandonato, il torrente Lavino e il famigerato torrente Ravone, tristemente noto per i problemi idraulici che ha causato nel tempo.

Vi è poi un reticolo di canali artificiali, tra cui la canaletta della Dozza, quella delle Lame e quella della Ghisiliera. Altri corsi minori, come lo scolo Fossetta, Calamosco, Canalozzo e Ranuzzi, contribuiscono a formare un labirinto di vie d’acqua che si intersecano tra loro.

La sfida della gestione delle acque

Gestire questo complesso sistema idrico non è semplice. I corsi d’acqua si alimentano reciprocamente, rendendo difficile trovare soluzioni efficaci per regolarne i flussi. Tuttavia, arrendersi alla casualità degli eventi non è un’opzione. Gli interventi di manutenzione e gestione delle acque devono continuare a evolversi per garantire la sicurezza idrica e prevenire eventi critici.

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