No a un corso di arabo a scuola, integrazione a senso unico per la destra bolognese

Se fosse stato russo probabilmente non avrebbero detto nulla. Ma un corso di lingua araba no, mai sia. Ha fatto andare su tutte le furie il deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami e la consigliera metropolitana di Uniti per l’Alternativa Marta Evangelisti contrari a un corso di arabo gratuito tenuto da un’associazione culturale all’interno di una scuola primaria di Marzabotto. E per di più si terrà in un luogo pubblico e anche di domenica, giorno del Signore. Un vero e proprio scandalo per alcuni dei rappresentanti della destra bolognese secondo cui imparare la lingua araba sarebbe una «finta integrazione».  Ma se fosse stato un corso di lingua russa nelle stesse modalità avrebbe indignato così tanto Bignami? Oppure in quel caso sarebbe stato un corso di “vera integrazione” e magari per dare modo ai bambini di intraprendere in futuro relazioni personali con i russi per esempio? 

«Invece di potenziare la conoscenza della lingua italiana per bambini stranieri, si preferisce l’insegnamento dell’arabo. Per di più con costi a carico del Comune che, oltre a concedere gratuitamente i locali, pagherà anche le utenze», ha dichiarato l’esponente di Fratelli d’Italia. La paura è che un corso di lingua araba diventi una scuola di proselitismo islamico:«Non è che durante queste lezioni, si insegnano anche i precetti dell’Islam?», ha incalzato Bignami. Il deputato bolognese dà, inoltre, consigli su come si dovrebbe fare una vera integrazione con altre culture. «Vorremmo ricordare agli amministratori che la vera integrazione non passa certo dall’insegnamento di un’altra lingua, ma dal fornire ai bambini di origine straniera gli strumenti per abbracciare la cultura italiana e aderire ai suoi principi». Dunque, gli stranieri devono imparare la lingua italiana, mentre gli italiani non possono imparare la lingua araba: un’integrazione a senso unico.  

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