Champions League, la Virtus rimonta ma perde sul fil di lana

«Se la Virtus non inizia a difendere, la partita è finita». La voce del tifoso, che si lamentava tra il primo e il secondo tempo della partita di Champions League di basket tra Virtus Bologna e Besiktas Istanbul, sarà stata ascoltata negli spogliatoi della squadra bolognese. L’incontro, che si è giocato ieri alle 20,30 al PalaDozza, è finito 71 a 70 per la squadra turca, ma si stava per sfiorare il miracolo. A fine primo tempo il risultato era 46 a 24 per gli ospiti. Più di 22 punti di distanza, solo 6 punti per la Virtus nel secondo periodo, zero triple su 13 tentativi e la squadra turca in grado di perforare la difesa bolognese grazie alle giocate dei suoi americani Jason Rich Phil Pressey 

Nel terzo quarto qualcosa è cambiato e non è stato solo merito della difesa. «Possiamo parlare proprio di due partite diverse – ha affermato il coach della Virtus Pino Sacripanti – nel secondo tempo ho deciso di mettere Alessandro Pajola per aiutare la squadra con la corsa e con il pressing». La giovane guardia anconetana, poco prolifica sotto canestro, si è rivelata decisiva con la sua energia nelle giocate difensive. Nel terzo quarto la Virtus recupera qualche punto: per la fase offensiva vanno ringraziati soprattutto Brian Qvale, rientrato dopo un infortunio, e Kelvin Martin. L’ultimo periodo inizia con uno svantaggio di 16 punti della squadra bolognese. Besiktas riesce a contenere gli attacchi della Virtus e continua a segnare grazie all’ispirazione e alle doti tecniche dei suoi.  

Alla fine i gioielli di Bologna si svegliano. A 5 minuti dalla fine, la Virtus è sotto di 11 ma con le triple di Tony Taylor e di Kevin Punter si arriva a meno 1 a soli 15 secondi dalla fine. Il possesso è dei bolognesi che hanno la possibilità di gestire l’azione: il pressing del Besiktas costringe alla fretta i padroni di casa e, a due secondi dallo scadere, la palla è finita nelle mani di Punter, tutto solo fuori dalla linea dei tre punti. Lo statunitense si prende troppo tempo per pensare (“Non si erano resi conto del tempo che passava», dirà Sacripanti a fine partita), carica il tiro ma la palla è ancora incollata alle mani quando suona la sirena. Il tiro, comunque, è corto. «La rimonta non è stata efficace – ha affermato l’ala francese della Virtus Amath M’baye – ma sono orgoglioso della mia squadra».

Condividi