Maggiore libertà di insegnamento e solidarietà alla professoressa siciliana Rosa Dell’Aria, sospesa dal servizio e dallo stipendio per mancata sorveglianza sul lavoro dei suoi studenti che in un compito scolastico avrebbero accostato il decreto Immigrazione e Sicurezza di Matteo Salvini alle leggi razziali. Sono i motivi per cui domani a Bologna si terrà un presidio di fronte alla prefettura. La città petroniana non sarà sola, perché contemporaneamente in tutta Italia i dipendenti scolastici e gli studenti protesteranno contro la sospensione della professoressa .
La vicenda ha inizio il 27 gennaio scorso, Giornata internazionale della memoria. Per l’occasione, alcuni studenti dell’istituto industriale Vittorio Emanuele III prepararono un video in cui paragonavano le le leggi razziali fasciste del 1938 con il decreto Immigrazione e Sicurezza del ministro dell’Interno italiano. Nei giorni seguenti un attivista di estrema destra ha fatto girare il video del compito in classe insinuando che “una prof per la Giornata della memoria ha obbligato dei quattordicenni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina i migranti”. Il post è stato poi letto dalla sottosegretaria leghista ai Beni culturali, la bolognese Lucia Borgonzoni, che ha scritto su Facebook “Se è accaduto realmente andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a vita dall’insegnamento. Già avvisato chi di dovere”.
Sono subito scattate le indagini e la Digos è intervenuta ascoltando le testimonianze degli studenti e dei colleghi della docente. Nonostante le dichiarazioni degli interrogati, l’insegnante è stata sanzionata con 15 giorni di sospensione a stipendio dimezzato. Subito si sono accese le polemiche. I colleghi della professoressa hanno quindi lanciato una petizione che a oggi ha raccolto circa 200 mila firme.
«Invitiamo tutti i lavoratori della scuola, gli studenti e la cittadinanza ad unirsi ai presidi per manifestare insieme la difesa della Scuola come luogo in cui crescono coscienze critiche e libere, capaci di comprendere il passato, il presente, la loro stessa vita con riflessioni operate mediante l’esercizio della ragione, in cui nessun ostacolo, nessuna censura possono reprimere l’azione e il libero pensiero degli studenti e dei docenti e per dimostrare che quando la misura è colma, cittadini e lavoratori della scuola sanno reagire», ha scritto in un comunicato l’USB (Unione Sindacale di Base) di Bologna.