«Il nuovo DPCM ci punisce», i gestori dei locali e pub di Bologna non ci stanno

In prima linea contro il nuovo decreto c’è Giacomo Berti Arnoaldi Veli, socio del locale Borgo Mameli di piazza di Porta San Felice. 

Con il nuovo DPCM voluto dal governo Conte per tamponare l’impennata di contagi delle ultime settimane i pub, i bistrot e i bar dovranno chiudere alle 24 e non potranno servire, dopo le 21, da mangiare o bere ai clienti che non sono seduti ai tavoli. Una disposizione che, secondo gli associati della Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio Ascom Bologna, rischia di mettere a rischio posti di lavoro e la solidità economica stessa dei locali. In prima linea contro il nuovo decreto c’è Giacomo Berti Arnoaldi Veli, socio del locale Borgo Mameli di piazza di Porta San Felice: «Questo provvedimento punisce tutti indiscriminatamente, quando invece la direzione da adottare dovrebbe essere quella di tutelare gli imprenditori virtuosi, che hanno continuato a lavorare rispettando le regole e salvaguardando posti di lavori. La ristorazione è uno dei settori traino della nostra regione e mi augusto che il presidente Bonaccini intervenga per rivedere questa decisione delle chiusure anticipate».  

Secondo i gestori dei locali e pub di Bologna iscritti alla Federazione Confcommercio Ascom di Bologna, il governo dovrebbe controllare le persone che sostavano davanti ai locali senza mascherina, invece di «colpire le birrerie e i cocktail bar che non sono certo la causa dell’aumento dei contagi Covid». Inoltre, nelle città come Bologna, non è semplice aumentare il numero dei tavoli per ragioni di spazi. «La norma che vieta, dopo le 21, di bere e mangiare fuori dai locali, quindi, penalizza oltremodo la nostra città», incalzano i gestori dei locali di Bologna. 

Secondo i dati di Confcommercio di Bologna il settore dei pubblici esercizi quest’anno ha fatto registrare un calo del fatturato del 60% e chi ha un locale o un pub o una birreria ha paura di perdere ancora di più. Chissà se i dati, però, valgono per tutti. Il locale pub-ristorante Borgo Mameli ha aperto a luglio (molto dopo il lockdown) ed è stato un luogo dove per tutta l’estate, data l’affluenza, era difficile prenotare un tavolo anche per sole 2 persone. Tuttavia,  la riduzione delle sedute per rispettare il distanziamento sociale e l’assenza del servizio a banco hanno causato, per tutti, un minor potenziale guadagno.

 

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