Canapa “light”, pressioni da destra per affossare l’ultima speranza

In queste ore alcuni parlamentari di destra stanno facendo pressione sulla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, per rendere inammissibile l’emendamento alla legge di Bilancio firmato dal Pd, Leu e 5 stelle, che renderebbe legale la canapa cosiddetta “light”. A denunciarlo è Federcanapa, Federazione della canapa italiana, che fa presente che «annullare l’emendamento significherebbe riportare l’intero settore della canapa italiana nel caos delle interpretazioni difformi che hanno contrassegnato l’ultimo anno e mezzo. L’emendamento alla legge di Bilancio andrebbe a modificare il Testo Unico delle sostanze stupefacenti: la canapa con THC ((il principio psicotropo della canapainferiore allo 0, 5 per cento non sarebbe droga. 

«L’emendamento appare assolutamente costituzionale dal momento che risponde ad esigenze produttive, economiche e finanziarie dello Stato. Ricordiamoci che parliamo di canapa industriale non di stupefacenti. Del resto, se non sbaglio, la precedente riforma, in senso restrittivo del Testo Unico Stupefacenti venne inserita nel decreto Olimpiadi», ha dichiarato l’avvocato Giacomo Bulleri che da anni si occupa della materia. «Il “coro di no” (della politica probizionista) pretenderebbe di citare la scienza del tutto strumentalmente ignorando del tutto i reali dati e studi scientifici che hanno portato da tempo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) a chiedere all’Organizzazione Nazioni Unite (ONU) di escludere espressamente di riclassificare la cannabis ed i derivati nel contesto della normativa sugli stupefacenti», ha concluso Bulleri.
Inoltre, secondo la Federazione della canapa italiana, «quell’emendamento risponde proprio al vuoto normativo denunciato mesi fa dalla stessa sentenza dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, introducendo un’importante regolamentazione del settore e un limite chiaro di THC ) per distinguere ciò che è canapa industriale e ciò che è droga. Peraltro l’emendamento appare correttamente inquadrato nella legge di bilancio in quanto rispondente non solo alle esigenze finanziarie dello Stato ma soprattutto a quelle produttive e industriali». 
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