Assolta la bidella accusata di violenza sessuale su un bambino di 5 anni, il fatto non sussiste

Si conclude con una piena assoluzione l’incubo vissuto da una collaboratrice scolastica accusata di violenza sessuale su un bambino di cinque anni in una scuola della provincia di Bologna. Il Tribunale ha stabilito che “il fatto non sussiste”, ponendo fine a due anni di sospetti e stigma sociale per la donna, costretta a interrompere il suo lavoro in una scuola materna del Bolognese.

L’accusa, gravissima, risale a due anni fa e ha avuto un impatto devastante sulla vita della collaboratrice. In seguito alle accuse, la donna ha subito una perquisizione domiciliare, il sequestro di dispositivi elettronici e la sospensione dal servizio.

Durante tutto il processo, la collaboratrice ha sempre sostenuto la propria innocenza, supportata dagli avvocati Giuseppe Trimboli e Gabriele Chiaradonna. La sentenza, pronunciata ieri, ha confermato che non c’erano prove sufficienti a corroborare le accuse.

«Oggi finisce un incubo. Non vedo l’ora di tornare al lavoro che amo e che ho sempre svolto con passione», ha dichiarato la bidella all’uscita dall’aula del Tribunale. Ora, con la piena assoluzione, è pronta a lasciarsi alle spalle questa difficile esperienza e a riprendere la sua vita professionale, fondamentale per il buon funzionamento delle scuole.

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