In vista delle prossime elezioni regionali, il movimento delle Sardine, nato a Bologna a novembre dell’anno scorso, è pronto a tornare per far prendere coscienza agli italiani di una nuova politica senza odio e propaganda. Ieri sera, a sorpresa, dalla pagina ufficiale 6000 Sardine è arrivata dunque la smentita di una pausa o di uno scioglimento del movimento. «Non ce la sentiamo di perdere questa possibilità di partecipazione. Non ce la sentiamo perché riteniamo che ci sia ancora bisogno di riempire quei vuoti lasciati dalla politica. Di riscoprire prossimità e vicinanza in un deserto di egocentrismo, edonismo, individualismo e vanità», si legge sulla loro pagina. 

Il movimento in un lungo post ammette i propri errori passati e i propri limiti ma afferma di essere ancora stimolati per un impegno concreto. «Siamo una grande casa politica che ospita giovani, anziani, comunisti, liberali, omosessuali, cattolici, da nord a sud, in Italia e nel mondo». La forza delle Sardine sta proprio in questo. Nel frattempo si sono schiarite le idee e nei prossimi giorni comunicheranno undici punti del loro manifesto. «Lo faremo in maniera lenta perché una casa non si costruisce in un giorno. Dopodiché chiunque potrà decidere se aiutarci ad arredarla e abbellirla. Le sardine ci sono e non vedono l’ora di riprendersi il proprio habitat naturale, fatto di persone in carne e ossa, relazioni, creatività e cura», incalza il movimento delle 6000 Sardine.

Probabilmente si partirà già da luglio e agosto per dare subito la priorità alle regioni che andranno al voto. Come sette mesi fa saremo la risposta immunitaria della società civile, contro i sovranismi, populismi, razzismi, intolleranze e negazionismi», ha detto il leader del movimento, Mattia Santori, in una video assemblea con 400 militanti collegati, secondo quanto riferito. 

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