Poster sui muri di Bologna, torna “Reclaim” di CHEAP

«Rivendicare qualcosa che ti è stato tolto. Precluso. Qualcosa che è tuo. Sulla base di un diritto. O di un desiderio»: è l’inizio del testo alla base del progetto di arte pubblica “Reclaim” per il lancio della nuova ( l’ottava ) “Call for Artist” del collettivo Cheap di Bologna che ha visto la luce a gennaio 2020 attraversando l’intera pandemia per approdare ora su 300 poster in bianco e nero affissi sulle mura del capoluogo emiliano. Il progetto affonda le proprie radici nella fine del 2019 ponendo domande irriverenti sulla proprietà, la decisione e la volontà del proprio tempo e corpo, dei propri privilegi e dello spazio pubblico come spazio civile per il diritto alla città e all’auto-determinazione: in una parola “rivendicazione “, coniata nel linguaggio poliedrico della street art combinando grafica, fotografia, illustrazione e arte visiva dalla forte impronta internazionale che vede la partecipazione di ben 37 paesi.

Nondimeno, l’iniziativa ha preceduto di poco l’esplosione del virus Covid-19 che di tutte queste libertà e questi diritti, pressoché scontati, ci ha istantaneamente privati. «La pandemia si è rivelata un reality check in grado di ridisegnare prospettive che solo a gennaio sembravano frutto di un esercizio distopico. Se da una parte la crisi crea delle accelerazioni, dall’altra ha la capacità di espandere dei macrotemii», afferma Cheap. Una narrazione collettiva per indagare quanto sia stato stravolto il nostro tempo, fermo, piatto e infinito tra le quattro mura domestiche, il nostro corpo, togliendoci il contatto che ci rende animali sociali, e la vicinanza in un rapporto di confronto e convivenza col virus che ci ha precluso la partecipazione alla vita civile e alla collettività. Rivendicare per ritornare a vivere. 

 

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