Stalking a Marta Collot, la procura si oppone al proscioglimento dell’imputato

Il giudice dell’udienza preliminare ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere e ora la Procura impugna il proscioglimento.  Il presunto stalker della portavoce di Potere al popolo  è attualmente in carcere per lo stesso reato di atti persecutori sempre nei confronti di Collot.

Le minacce anche implicite ci sono state e si sono verificati gli eventi tipici del reato di stalking che hanno portato a uno stato di ansia e ad averla costretta a cambiare le abitudini di vita. Lo afferma la Procura di Bologna che, con il pubblico ministero, Marco Imperato, ha impugnato davanti alla Corte di appello il proscioglimento due settimane fa per l’uomo accusato di stalking nei confronti di Marta Collot, portavoce nazionale di Potere al Popolo. Il presunto stalker è attualmente in carcere per lo stesso reato di atti persecutori a Collot: si tratta di un secondo fascicolo, successivo e nato da una seconda denuncia della giovane attivista politica, a distanza di due anni dalla prima. 

Tre giorni prima il Gup Letizio Magliaro ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste per il primo segmento di accuse e ora la Procura impugna, insistendo sull’abitualità dei comportamenti persecutori sostenendo che «il giudice non ha adeguatamente considerato la valenza delle singole condotte nel contesto, anche alla luce del profilo di elevata pericolosità di Tagliati». 

 

 

foto: da Facebook

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