Più personale all’Ausl di Bologna, ma senza aumentare i fondi si rischia una diminuzione dei salari

Cisl Fp di Bologna:«Positiva inversione di tendenza ma serve impegno congiunto per adeguare anche i fondi contrattuali ed evitare riduzioni di salario». 

Aumentano i dipendenti all’Azienda Usl di Bologna per affrontare la pandemia di Coronavirus, ma potrebbero diminuire gli stipendi: sono 385 i lavoratori in più assunti da gennaio a settembre 2020, esclusi medici e dirigenti, ma come ha riportato ieri il sindacato Cisl Fp, «se non verranno aumentati i fondi contrattuali il rischio è quello di una diminuzione dei salari». Nel corso dell’incontro sul Piano del Fabbisogno del Personale con i sindacati, l’AUSL di Bologna ha presentato i dati sul personale dell’area comparto, che mostra il passaggio dai 7064 dipendenti in forza al 1° gennaio 2020 ai 7449 registrati al 30 di settembre a cui sono da aggiungere le 475 cessazioni di contratto avvenute fino ad ora, e già sostituite. In totale sono 860 i nuovi assunti in questi primi 9 mesi del 2020 per far fronte all’emergenza da COVID-19. 

Ma secondo il sindacato Cisl Fp, se non verranno fatti gli opportuni adeguamenti ai fondi contrattuali, gli stipendi potrebbero diminuire. Un altro problema viene segnalato da Stefano Franceschelli, segretario generale Cisl Fp dell’Area metropolitana bolognese: «Abbiamo evidenziato in particolare il mancato rispetto dei criteri stabiliti nelle intese raggiunte dalle organizzazioni sindacali confederali con la Regione Emilia-Romagna in merito al riconoscimento delle indennità malattie infettive con riferimento agli operatori che ancora oggi sono esclusi». 

Come sottolineato da CISL FP infatti, si tratta dei lavoratori dei Pronto Soccorso, del 118 Emergenza territoriale, della Sanità Pubblica e dell’Assistenza domiciliare ai quali ancora oggi tale riconoscimento è precluso. 

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