Bologna dà 50 mila euro in più alle associazioni contro la violenza sulle donne

Una scelta dovuta a una maggiore richiesta di aiuto ai centri anti-violenza da parte di donne vittime di violenza, registrate anche a causa della pandemia e del lockdown.

Ciò che rimane del 5 per mille dell’Irpef destinato al Comune di Bologna (50 mila euro) andrà alle associazioni a cui fanno capo i Centri antiviolenza del territorio bolognese. È la decisione della giunta comunale di Bologna sotto la proposta dell’assessora ai diritti e alla lotta alla violenza e alla tratta sulle donne e sui minori, Susanna Zaccaria. Questi 50 mila euro andranno a integrare i fondi regionali riconosciuti alle associazioni, a sostegno delle maggiori spese di gestione delle accoglienze dovute all’emergenza sanitaria.

La decisione di indirizzare questi fondi alle associazioni anti-violenza è dovuta alla condizione di isolamento sociale che ha limitato pesantemente la possibilità delle donne di mettersi in contatto con i Centri antiviolenza. «In una prima fase questa situazione ha portato a un numero di accessi ai Centri antiviolenza di molto inferiore alla norma, ma nello stesso tempo si è generata all’interno delle mura domestiche una recrudescenza preoccupante della violenza con esiti spesso molto gravi che hanno necessitato di allontanamento immediato delle donne e dei figli, per tutelarne l’incolumità. Pertanto, alla riapertura, si è evidenziato un preoccupante aumento delle richieste di aiuto da parte di donne vittime di violenza, registrate in prevalenza nell’ambito familiare», si legge in un comunicato del Comune di Bologna. Per venire incontro alle maggiori spese delle associazioni, l’amministrazione bolognese integrerà con altri 50 mila euro il contributo regionale (pari a poco più di 70.000 euro), rispettando nella ripartizione i criteri stabiliti dalla Regione Emilia-Romagna 

Le risorse andranno all’associazione Casa delle donne per non subire violenza (37.200 euro); all’associazione Mondodonna Onlus (9.000 euro); all’Unione Donne in Italia (Udi) di Bologna (1.900 euro) e all’associazione Sos Donna (1.900 euro). 

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