La giudice del Tribunale di Bologna, Simona Siena, ha assolto con formula piena, perché “il fatto non sussiste”, il vicequestore della polizia Giuseppe Accroglianò. La Procura aveva richiesto per lui una condanna a due mesi per interruzione di pubblico servizio, riconoscendogli le attenuanti generiche. Accroglianò, sospeso in seguito per inottemperanza all’obbligo vaccinale anti-Covid, è stato protagonista di un processo complesso che oggi ha visto il suo esito definitivo.
L’episodio risale a gennaio 2022, in pieno periodo di emergenza sanitaria: Accroglianò si era recato presso l’hub vaccinale di Casalecchio con un avvocato, interrogando il medico di turno sulla sicurezza del vaccino, sui suoi potenziali effetti collaterali e sul contenuto. Insoddisfatto delle risposte ricevute, aveva contattato il 112 e, all’arrivo dei carabinieri, si era identificato continuando con le sue domande. Secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Ariemme, il comportamento di Accroglianò era legittimo, durato appena 16 minuti e quindi privo dei requisiti necessari per l’interruzione di pubblico servizio.
Il processo e la sentenza di assoluzione
Inizialmente, la Procura aveva chiesto un decreto penale di condanna pecuniaria, ma Accroglianò si era opposto, portando il caso a giudizio immediato. Durante l’udienza precedente, l’avvocato Ariemme aveva sostenuto la liceità dell’atteggiamento del suo cliente, citando anche una sentenza che sottolineava come il tempo necessario per ottenere informazioni mediche non costituisca motivo di reato.
La giudice Siena ha ora stabilito l’assoluzione piena di Accroglianò, le cui parole a commento della vicenda sono state: «Mi sono comportato secondo quanto diceva la legge, ho accettato le determinazioni senza clamore e fidando nella giustizia, in cui credo profondamente. Ho agito secondo la legge e la legge mi ha dato ragione». Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 90 giorni.